Bruxelles sostiene che le misure generali dell’Italia per ridurre la povertà siano state inefficaci negli ultimi anni. Dall’altra invece l’introduzione del reddito di cittadinanza ha migliorato il livello di copertura di popolazione in stato di necessità.
Ci possono essere effettivamente dei pericoli, di avere delle persone che non accettano il lavoro. Spetta agli Stati membri mettere in campo delle misure e soprattutto dei servizi all’impiego, affinché effettivamente il lavoro sia la vera prospettiva. Si potrebbe pensare di associare il reddito minimo al salario ricavato dall’impiego a tempo parziale, almeno per un certo periodo di tempo, per non annullare l’incentivo a trovarsi un’occupazione.
Nicolas Schmit, commissario Ue al Lavoro
La proposta di Bruxelles quindi è quella di allargare i sussidi anche in aiuto dei lavoratori poveri. Un problema che si è presentato con l’aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione tramite l’invasione dell’Ucraina dalla Russia. Per migliorare la situazione i governi dovrebbero usare un metodo trasparente e solido per il calcolo degli assegni e che risponda a criteri di adeguatezza.
Bruxelles consiglia di accompagnare l’aiuto al reddito con un migliore accesso dei servizi abilitanti, fra cui l’istruzione e assistenza sanitari. Inclusi i servizi essenziali (acqua e igiene, per esempio). Inoltre, anche incentivare il lavoro, le relative competenze e il suo mantenimento.