Gli scienziati hanno rivelato che un antico squalo, vissuto 439 milioni di anni fa, potrebbe essere il primo antenato dell’uomo. Quella che può sembrare un’affermazione bizzarra è il risultato dello studio di un fossile paleozoico che è stato recuperato in un sito della contea di Shiqian nella provincia di Guizhou, Cina meridionale.
Fanjingshania renovata, così è stato ribattezzato il particolare pesce, con spine sulle pinne e placche ossee che lo ricoprono, prendendo spunto dal nome noto sito di Fanjingshan, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Era un predecessore degli attuali gnatostomi, infraphylum di vertebrati caratterizzati dalla presenza di una bocca provvista di mandibole che è la responsabile di quello che può essere definito come successo evolutivo che ha portato a una certa dominanza sulla terra. Tra gli agnatostomi, ci siamo anche noi, oltre che migliaia di altri mammiferi, pesci e volatili. Si distingue dai pesci con mascella, dagli squali e dalle razze e dai pesci ossei, per la sua corazza ossea esterna e per le numerose paia di spine delle pinne.
L’ipotesi teorica sul fossile è che i tratti morofologici insoliti siano una sorta di anello mancante, il “primo ramo evolutivo dei pesci cartilaginei primitivi”.
Il dottor Ivan J. Sansom dell’Università di Birmingham ha concluso che la scoperta “mette in discussione i modelli esistenti di evoluzione delle vertebre”. Ha inoltre affermato che la scoperta avrebbe un “profondo impatto” cica la storia evolutiva dei primi vertebrati.