Sono trecento milioni le persone al mondo a non avere cibo a sufficienza, di cui 44 milioni sfiorano la carestia. Tanti i fattori che incidono sul problema dei costi del cibo e sulla sua mancanza o scarsità. Sono la guerra in Ucraina, la pandemia, il caro bollette, la crisi alimentare, il cambiamento del clima e i prezzi del carburante alle stelle. Inoltre, il rincaro dei combustibili fossili ha avuto influenza negativa sull’industria alimentare. Il 64% della variabilità dei prezzi del cibo sarebbe spiegabile con i prezzi dei carburanti.
Il colpo di grazia l’ha dato la guerra in Ucraina. L’occupazione della Russia ha portato a una scarsità di prodotti alimentari. Poi ha fatto crescere i costi dei combustibili fossili con un rincaro indiretto del cibo. Tutto nel momento in cui la situazione era più difficile in seguito alla pandemia. La crisi potrebbe durare per anni. Così mentre il mondo ha fame, dall’altra l’agricoltura rischia di andare in tilt, anche per l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti. Il costo è triplicato o quadruplicato rispetto a prima del Covid.
A mettere altre problematiche c’è il clima e il suo cambiamento repentino che continuerà a sconvolgere il mondo anche nei prossimi anni. Così i prezzi globali del cibo potrebbero peggiorare. La soluzione sarebbe produrre più cibo usando meno terra e diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Utilizzare quindi i terreni disponibili per produrre cibo e non biocarburanti. Diminuire il consumo di carne e per i paesi che ne hanno in abbondanza vendere scorte di grano, aumentando la disponibilità di cibo sul mercato.
- Perché ora il cibo ha costi astronomici (focus.it)