Una delle valute che si è svalutata di più contro il dollaro americano è stata il peso cubano. Nel 2021 una svalutazione del 96% e ad agosto 2022 un nuovo -80%. Le due grandi svalutazioni avvenute nell’ultimo periodo non sono servite a bloccare la debolezza del peso cubano. Le condizioni di vita dei cubani non sono migliorate.

L’inflazione dell’isola a fine 2021 era del 77% e a settembre 2022 è rientrata al 37%. Forse ciò che non ha funzionato è stato che la svalutazione del cambio è avvenuta senza una contestuale liberalizzazione dell’economia domestica. In sintesi, la produzione interna ristagna, aumentano le importazioni e un cambio più debole si rivela in un rialzo dei prezzi al consumo.

L’afflusso scarso di valuta estero con il crollo turistico della pandemia. Ha mantenuto basse le importazioni e ha fatto esplodere l’inflazione con scarsità di beni e servizi. I prezzi esplodevano, pensioni e salari venivano aumentati fino al 500%. Nel 2021 il deficit fiscale era dell’11,7% ed è stato finanziato stampando moneta. La liquidità in eccesso ha creato un’inflazione attesa ancora più alta. Molti cubani si sono ritrovati a vendere le loro proprietà per andare all’estero e rifarsi una vita. I cubani sperano che l’iperinflazione venga attutita almeno in parte dalla riapertura del turismo, ma non basta a reggere il peso economico per intero. Ci saranno altre svalutazioni del cambio, quindi Cuba dovrà prepararsi ad affrontare di tutto e di più!