Grazie al Telescopio James Webb, delle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa) e Canada (Csa), è stato possibile osservare l’alba del cosmo. Nelle sue prime osservazioni ha immortalato due tra le primissime galassie dell’universo primordiale, tra i 350 e i 450 milioni di anni dopo il Big Bang.
Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori internazionale guidato dall’Italia, con l’Istituto azionale di Astrofisica (Inaf) e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Astrophysical Journal Letters. Alla scoperta hanno collaborato anche i ricercatori dell’Università di Ferrara e della Statale di Milano e dello Space Science Data Center dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Le due galassie, scopertedal potente telescopio spaziale tra il 28 e il 29 giugno 2022 nell’ambito del progetto Glass-Jwst Early Release Science Program, sono state ritrovate durante le osservazioni nel lontanissimo ammasso di galassie Abell 2744 e nelle due regioni di cielo vicine.
C’era molta curiosità nel vedere finalmente cosa Jwst poteva dirci sull’alba cosmica, oltre naturalmente al desiderio e all’ambizione di essere i primi a mostrare alla comunità scientifica i risultati ottenuti dalla nostra survey Glass. Non è stato facile analizzare dei dati così nuovi in breve tempo: la collaborazione ha lavorato 7 giorni su 7 e in pratica 24 ore su 24 anche grazie al fatto di avere una partecipazione che copre tutti i fusi orari.
Marco Castellano, ricercatore Inaf a Roma e primo autore dell’articolo