Non solo i dipendenti, Twitter ha fatto piazza pulita anche dei suoi collaboratori esterni. Secondo nuove indiscrezioni, il social network avrebbe terminato ogni rapporto di collaborazione con circa l’80% dei suoi contractor freelance. Molti di loro si occupavano della moderazione dei contenuti, cioè uno degli aspetti che – a maggior ragione dopo l’acquisizione di Elon Musk – sono osservati con maggiore cautela dalle aziende e dalle istituzioni.

La settimana scorsa alcuni dei più importanti inserzionisti di Twitter hanno deciso di congelare ogni investimento sulla piattaforma, proprio per timore che il social non sarebbe più stato in grado di mantenere gli standard minimi di brand safety. Tradotto? Temono che Twitter diventi una giungla infestata da razzismo e teorie del complotto.

I freelance coinvolti dal taglio del personale avrebbero perso l’accesso a Slack e all’indirizzo email di lavoro senza altri preavvisi da parte dell’azienda. A dare la notizia è The Platformer di Casey Newton, ex giornalista di punta di The Verge. Newton è il responsabile dello scoop sulla società Cognizant, l’azienda esterna che aveva in appalto i servizi di moderazione di Facebook (e che sottoponeva i suoi dipendenti a condizioni di lavoro estreme e malsane).

Secondo Platformer, su un totale di 5.500 persone, Twitter avrebbe terminato i rapporti di lavoro con oltre 4.400 freelance. Nonostante si parli di personale esterno, i collaboratori in questione avevano un ruolo all’interno di alcune delle divisioni più importanti del social network, tra cui la moderazione dei contenuti e la manutenzione dei sistemi informatici. Anche per questo motivo, si teme che il loro improvviso licenziamento possa compromettere il corretto funzionamento di Twitter.

Subito dopo il cambio di proprietà, Twitter aveva licenziato – non senza complicazioni e conseguenze grottesche – il 50% dei suoi dipendenti.