Il caos delle spunte blu continua ad imperversare su Twitter, il social che è ora di proprietà di Elon Musk. La scelta di consentire l’acquisto delle spunte blu – il simbolo che un tempo veniva assegnato agli account verificati da Twitter – ha prodotto più di qualche grosso incidente.
In alcuni casi la possibilità di acquistare la spunta blu è stata utilizzata per trollare gli utenti e lo stesso Elon Musk, ma la funzione è stata già usata anche per sferrare dei colpi potenzialmente mortali ad alcune società quotate: un account fake si è spacciato per il colosso farmaceutico Ely Lilly ed è bastato un tweet («Ora l’insulina è gratuita per tutti») per far perdere all’azienda centinaia di milioni in Borsa; sorte molto simile per Lockheed Martin, a sua volta penalizzata da un altro account troll.
Insomma, siamo già usciti dal confine delle burle destinate a nascere e morire sul web. L’incapacità di Twitter di impedire a chiunque di rubare l’identità di aziende, politici ed imprenditori sta già producendo danni importanti all’economia. Non stupisce allora che la politica statunitense si sia già iniziata ad interessare della questione.
Venerdì il Senatore democratico Ed Markey ha pubblicato una lettera aperta indirizzata ad Elon Musk, criticando aspramente la scelta di mettere le spunte blu a pagamento e ponendo alcune questioni di buon senso all’imprenditore. Markey ha citato un recente articolo di un giornalista del Washington Post, che aveva testato in prima persona le vulnerabilità del nuovo sistema di verifica, spiegando quanto fosse semplice rubare l’identità di qualsiasi persona senza grossi ostacoli («basta un telefono e una carta di credito», aveva detto). Per dimostrare la sua tesi, il giornalista del WaPo aveva scelto di rubare proprio l’identità del senatore Markey – che evidentemente ha preso la cosa sul personale.
«Twitter deve spiegarci come una cosa del genere è potuta succede e cosa intende fare per impedire che un simile incidente possa ripetersi», ha scritto il senatore. Insomma, la politica fa il suo lavoro: davanti ad un problema si pongono delle domande, nella speranza che le aziende diano risposte di buon senso e non sia necessario intervenire con nuove regole.
Perhaps it is because your real account sounds like a parody?
— Elon Musk (@elonmusk) November 13, 2022
Ma Elon Musk e buon senso evidentemente non possono stare nella stessa frase. L’imprenditore ha scelto di rispondere a modo suo: «Forse è successo perché il tuo account reale sembra un account parodistico», ha twittato l’imprenditore, macinando centiania di migliaia di like. «Ah, e perché indossi una mascherina nella tua foto del profilo?», ha poi aggiunto citando l’immagine del profilo usata dal senatore.
One of your companies is under an FTC consent decree. Auto safety watchdog NHTSA is investigating another for killing people. And you’re spending your time picking fights online. Fix your companies. Or Congress will. https://t.co/lE178gPRoM
— Ed Markey (@SenMarkey) November 13, 2022
Inutile specificare che Ed Markey non ha apprezzato l’irriverenza del miliardario. «Una delle tue aziende ha già dovuto firmare un impegno con la FTC. La NHTSA sta investigando un’altra delle tue aziende coinvolta in alcuni incidenti mortali. E tu scegli di passare il tuo tempo attaccando briga su internet?», ha scritto in risposta a Musk. «Risolvi i problemi delle tue aziende, o ci penserà il Congresso».
Forse Musk farebbe bene a prendere molto seriamente i toni minacciosi di Markey. Il senatore siede in praticamente ogni commissione incaricata, tra le altre cose, di determinare il futuro delle sue aziende. Markey siede, infatti, nelle Commissioni Commercio, Scienza e Trasporti del Senato. Non bastasse, siede anche nel sottocomitato dedicato allo Spazio. SpaceX e Tesla potrebbero appena essersi guadagnati un pericoloso nuovo nemico.