Nell’Unione Europea arriva la stretta sulle emissioni di gas serra: il Parlamento Europeo e gli Stati membri hanno trovato un accordo per aumentare gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento prodotto da tutte quelle attività che non rientrano nel sistema di scambio di emissioni (agricoltura, edilizia, trasporti e rifiuti). L’Europa dovrà ridurre complessivamente le emissioni prodotte da questi settori entro il 2030 del 40% rispetto ai livelli del 2005.
In precedenza l’Italia aveva un obiettivo del 33% rispetto al 43,7% attuale. La riduzione non avverrà in modo uguale in ogni Paese, ma è stata calcolata sulla base del Pil pro capite e sull’efficacia in termini di costi. Per esempio, la Germania dovrà ridurre le emissioni del 50% mentre la Polonia del 17,7% poiché per la nazione il processo di decarbonizzazione è più complesso.
Ogni Stato dovrà seguire un percorso caratterizzato da step intermedi. L’accordo, però, prevede una certa flessibilità in quanto i Paesi più virtuosi potranno cedere delle quote di emissioni a quelli più in difficoltà, anche se dovrà rispettare determinati limiti: il 10% per il periodo 2021-2025, e il 15% per il 2026-2030. I Paesi possono anche “prendere in prestito” delle quote di emissione per l’anno successivo se dovessero avere problemi nel rispettare il target dell’anno in corso. Inoltre, se si inquina di meno in un determinato anno, la quota risparmiata potrà essere usata negli anni successivi.