Una nuova tecnica per verificare la stabilità dei ponti è stata recentemente sperimentata in Italia sotto la guida dell’Istituto di Tecnologia del Massachussetts (Mit) e prevede l’uso di dati raccolti dagli smartphone di chi ci transita sopra. Questi dati permettono di monitorare lo stato di salute dei ponti, riducendo, così, i costi e allungando la vita delle strutture.
Il lavoro, a cui ha collaborato anche Paolo Santi dell’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), è stato pubblicato sulla rivista Communications Engineering e punta a essere ampliato per monitorare i viadotti di tutta la rete autostradale.
I ricercatori hanno svolto dei test in collaborazione con ANAS in una serie di viadotti del comune di Ciampino su cui erano stati installati in precedenza dei sensori fissi allo scopo di verificare l’efficacia della tecnica. Questa presenta diverse sfide, in modo particolare quella di riuscire a distinguere i passaggi migliori, ovvero utilizzare i dati dei passaggi effettuati a velocità adatte alla raccolta di dati e con minori disturbi (come il passaggio di un camion nello stesso momento).
L’idea è quella di raccogliere i dati dei telefonini relativi alle vibrazioni che si registrano durante il transito su un ponte e identificare dati che possano darci informazioni sullo stato di salute della struttura. Monitorare una struttura, inviando una squadra di tecnici e istallando sensori è oggettivamente costoso e complesso.
Migliorando la nostra tecnica potremmo in futuro usarla in modo diffuso così da poter segnalare per tempo eventuali criticità e indirizzare con più facilmente dove fare analisi più approfondite con tecnici o .
Paolo Santi, Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)