La ripresa economica dopo la fine dell’emergenza Covid ha fatto male all’ambiente, secondo quanto emerge dagli ultimi dati sull’inquinamento atmosferico in Europa raccolti dall’Agenzia europea dell’ambiente. Questi hanno fotografato l’impatto che ha avuto il ritorno a pieno regime delle attività industriali e di tutti gli altri settori (come i trasporti) che, pure se in modo inferiore rispetto al passato, danno un contributo importante al riscaldamento globale.
Secondo i dati preliminari riportati dagli Stati membri le emissioni di gas serra, comprese quelle dell’aviazione internazionale, sono aumentate del 5% nel 2021 rispetto al 2020.
Valutazione dell’Agenzia Ue
Questi dati preoccupano il mondo scientifico perché allontanano l’Europa dagli obiettivi di neutralità climatica previsti dalla Commissione europea con il Green Deal. tuttavia, la stessa Agenzia fa notare che le emissioni restano ben al di sotto del livello che si aveva prima dell’esplosione della pandemia da Covid nel 2019.
Con un’incombente crisi energetica e, in particolare, un elevato prezzo del gas, il settore dell’approvvigionamento energetico ha visto un parziale passaggio a combustibili energetici più ad alta intensità di carbonio, mentre la forte crescita delle energie rinnovabili osservata negli ultimi anni ha perso ritmo nel 2021.
Per raggiungere l’obiettivo di ridurre del 55% (rispetto ai livelli del 1990) le emissioni nette di gas serra entro il 2030, come stabilito dal piano Ue Fit for 55, le emissioni dovrebbero diminuire in media di 134 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno rispetto ai livelli stimati per il 2021. Si tratta di oltre il doppio della riduzione media annua ottenuta tra il 1990 e il 2020.
Esperti UE
Per garantire un maggior assorbimento dei gas serra prodotti dalle attività umane ci sarà bisogno di una maggiore quantità di vegetazione.