Le sigarette elettroniche non aiutano a smettere di fumare, anzi insieme ai prodotti a tabacco riscaldato portano le persone a ricominciare. A dirlo è il dottor Silvano Gallus, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia degli Stili di Vita all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.
Le e-cig e questi prodotti così vengono conosciuti meglio. È stato monitorato il cambiamento dei comportamenti di oltre 3mila italiani coinvolti nell’uso di sigarette elettroniche e tabacco riscaldato in sette mesi. Pare che la percentuale più alta tra gli ex fumatori fruitori di questi prodotti è quella di coloro che ricadono nel fumo. La probabilità di ricominciare a fumare è di 3-4 volte superiore per chi usa le e-cig e il tabacco riscaldato.
Alla fine è stato provato che chi è stato capace di smettere di fumare era chi non usava questi prodotti. Ora ciò è attestato scientificamente. Insomma, questo genere di prodotti non aiuta la salute pubblica. Non è ancora chiaro se siano più nocivi delle sigarette classiche. Chi usa le e-cig però se è giovane inizia a fumare e se è un ex fumatore ricomincia a farlo.
La cosa più impressionante, però, è che i consumatori di sigarette elettroniche e tabacco riscaldato che non avevano mai fumato prima hanno un rischio di iniziare a fumare di 6-9 volte superiore rispetto a chi non li utilizza. L’accisa che grava su di loro è del 35% rispetto a quella gravante sulle sigarette tradizionali. Se per le sigarette tradizionali l’accisa è approssimativamente del 58% del prezzo al consumatore, per questi prodotti è intorno al 20%: un abisso.
dottor Silvano Gallus
In pratica, il commercio relativo a questi prodotti guadagna tre volte di più rispetto a chi commercia sigarette tradizionali. Per quale motivo allora in Italia si deve continuare a dare vantaggi fiscali a chi produce qualcosa di nocivo per la nostra salute?