Da uno studio presentato da Licia Soncini, presidente di Nomos, in cui si evidenziano le best practices in Italia sul fronte farmaceutico, si evidenzia che il 4,4% delle emissioni nette appartengono all’industria sanitaria. Lo studio è stato presentato  in occasione dell’evento ‘Pandemie, strategia farmaceutica e transizione ecologica: le sfide dell’Unione della salute e la guerra in Ucraina‘. I dati sono ripresi da uno studio pubblicato da Healthcare Without Harm.

Soncini ha messo in evidenza che, nonostante salute umana e ambientale siano strettamente collegate, in Italia sono ancora poche le aziende, circa il 9%, che hanno cominciato a svoltare sulla strada della sostenibilità. Questo studio ha aperto il panel dell’evento in cui è stato affrontato il tema della revisione della legislazione farmaceutica dell’Unione Europea che sarebbe dovuta arrivare entro la fine dell’anno ma che è stata rinviata probabilmente al 2023.

Sul fronte sanitario, allo stesso modo di quello energetico, l’UE sta perdendo la sfida con i competitor a livello globale, Cina e Stati Uniti. Nel panorama Europeo, come afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, l’Italia è il Paese che investe meno in ricerca e sviluppo.

L’industria oggi deve fare riferimento non solo alla regolamentazione italiana, ma anche a quella europea e le aziende hanno bisogno di un percorso che le accopagni.