Con una nota ai suoi clienti, Enel X Way ha annunciato che le tariffe a consumo per tutte le sue stazioni di ricarica subiranno un aumento. Rimangono invariati i prezzi in abbonamento. In alcuni casi ci si avvicina pericolosamente alla soglia psicologica dell’euro per Kwh. Enel non è l’unica azienda costretta a ritoccare il suo tariffario.

E anche usando le wallbox domestiche, gli aumenti in bolletta rimangono. Insomma, ricaricare le auto elettriche è diventato un po’ meno conveniente di quanto non fosse prima.

La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno evidenziato come le sfide poste sul cammino della transizione elettrica siano molto più numerose e insidiose di quanto, superficialmente, si fosse immaginato fino ad ora.

Al netto di molte incognite ancora irrisolte, le auto elettriche offrivano un vantaggio innegabile: il costo praticamente irrisorio delle ricariche. «È un investimento che si ripaga praticamente da solo», ripetevano i produttori fino a pochi anni fa. Ma la crisi energetica ha inceppato questa narrazione, con il rischio di produrre un grave pregiudizio al processo di adozione dei veicoli elettrici. Il sospetto è che i proprietari di auto elettriche questo inverno se lo ricorderanno molto a lungo.

E se i pieni ‘di energia’ diventano più cari, le auto elettriche diventano di conseguenza meno attrattive. Chi oggi valutava l’acquisto di una auto elettrica potrebbe essere costretto a ripensarci due volte.

80€ per una ricarica in autostrada, il caso limite di Enel X Way

Quasi un euro a kWh se si utilizzano le stazioni di ricarica a 150 kW di Enel X Way. Per la precisione, 0,99 euro per kWh con tariffa Pay Per Use, a consumo.

Praticamente, per ricaricare in autostrada l’utente spende tanto quanto si spende per un normale pieno con un auto endotermica. A non variare sono le tariffe flat, cioè quelle in abbonamento. Garantiscono, rispettivamente, 70 o 145 kWh al mese. Scegliere un’opzione a consumo, con queste tariffe, diventa un salasso, fino ad arrivare a veri e propri casi limite.

«Spenderei 80 euro per un pieno», ha raccontato un tassista al Corriere. «Praticamente uguale alla benzina».

In un’indagine sul fenomeno delle tariffe impazzite, il Corriere della Sera di Firenze ha raccolto la testimonianza di un tassista, uno dei tanti che è entrato nella professione grazie alle licenze ‘green’ offerte dal comune a chi si fosse impegnato ad utilizzare un mezzo ad emissioni zero. «Spenderei 80 euro per un pieno», ha raccontato. Praticamente uguale alla benzina. Ma col pacchetto il costo è bloccato a 31 centesimi per ogni tipologia di colonnina».

E con le ricariche a casa la musica non cambia: «Per le ricariche nel mio garage, fino a dicembre, pagavo 11 centesimi a kW. A maggio siamo arrivati a 45: sempre più economico della benzina, ma comunque con lo straordinario vantaggio di prima che si è assottigliato. Ora siamo sui 35».

L’auto elettrica spesso conviene ancora, ma sempre di meno (e in alcuni casi non conviene affatto). I conti li ha fatti Il Gazzettino, grazie alla collaborazione di alcuni operatori del settore e di portali come Facile.it. «Fino ad un anno fa, a seconda del modello, per i pieni si risparmiava tra il 50 e il 70%», scrive il quotidiano del nordest. «Oggi non è più così e in alcuni casi si spende addirittura di più».

Un anno fa per viaggiare per 1.000km su una BMW iX3 si spendevano 38 euro. Oggi se ne spendono 99. Stessa sorte se prendiamo ad esempio l’Opel Corsa elettrica: 33 euro nel 2021, 85 euro oggi. Il paradosso è che se prendiamo lo stesso modello, ma con motore endotermico, per fare un pieno di diesel si spendono 71€. Come del resto testimonia il tariffario di Enel X Way, il quotidiano consiglia di puntare sui pacchetti mensili, che consentono tutt’oggi un risparmio importante.

Enel X Way non è l’unico operatore ad aver annunciato dei rincari. Anche Tesla, con la sua rete di stazioni Supercharger, ha alzato da 0,49 a 0,66 euro il costo per kWh. Una proposta sul banco? Ridurre, almeno temporaneamente, l’IVA sulle ricariche.

Il nuovo governo sarà già impegnato a gestire tutte le altre questioni imposte dalla crisi energetica. Il sospetto è che i proprietari di auto elettriche, vetture che difficilmente costano meno di 36.000€, non saranno in cima alla lista delle priorità.

 

Il caso della Svizzera: “quest’inverno lasciate le vostre Tesla in garage”

E davanti alle incertezze del presagio di un inverno reso ancora più duro e freddo da una crisi energetica, c’è chi scongiura gli utenti di lasciare in garage le loro auto elettriche. Succede in Svizzera, dove il partito dei Verdi ha consigliato ai proprietari di auto elettriche di ridurre l’utilizzo delle loro vetture. E a chi si lamenta rispondono: “usate i mezzi pubblici”. In Svizzera circolano già circa 70.000 veicoli completamente elettrici, su una popolazione di grossomodo 8,6 milioni di abitanti.

E se le buone non bastassero, i Verdi propongono di passare ai divieti. «Se poi in futuro in Svizzera ci sarà ancora più bisogno di elettricità, ai proprietari di auto elettriche non dovrebbe essere permesso ricaricare le loro auto», ha tuonato Kurt Egger, consigliera nazionale del partito. «Dobbiamo risparmiare elettricità ora, e dobbiamo farlo senza danneggiare nessuno».

Perfino in California – dove però le conseguenze della guerra in Ucraina si fanno sentire con meno forza – arrivano le prime raccomandazioni nei confronti di proprietari di auto elettriche, con la più grande compagnia energetica dello Stato che ha raccomandato agli utenti di non tenere in ricarica i veicoli tra le 16 e le 21, le ore di picco dei consumi. «Si rischia il blackout».

Il fatto è che in questo contesto nessuno sta chiedendo ai proprietari di auto endotermiche di lasciare le loro auto in garage, né tantomeno di limitare il pieno di benzina o diesel ad alcune fasce orarie specifiche. Insomma, la morale diventa: “acquisti un’auto elettrica? Bene, la politica ti può staccare la spina quando vuole”. Se non lo fa la politica ci pensano i rincari folli al momento della ricarica. Il rischio è che si crei uno stigma nei confronti degli EV virtualmente impossibile da riparare, aggiungendo nuove paure a quelle vecchie, che pure sembravano in via di risoluzione.

Come per gli altri consumi energetici, anche i problemi delle auto elettriche non si risolveranno dall’oggi all’indomani. Senza gli opportuni investimenti e le dovute politiche, quelli che sono sono apparentemente dei (gravi) problemi temporanei rischiano di diventare strutturali, rallentando, se non compromettendo, il processo di elettrificazione dei trasporti.