Gli appassionati di fumetti conoscono il temperamento di Alan Moore ed il fatto che il fumettista tenda a non voler avere a che fare con i progetti sullo schermo che nascono dalle sue opere. Ultimamente lo stesso Moore ha rivelato di aver detto a Damon Lindelof, showrunner di Watchmen, di non volere avere a che fare con il telefilm, ripudiandolo completamente.
Alan Moore ha rivelato che, inizialmente, Lindelof non lo aveva contattato, ma che durante lo sviluppo dello show gli inviò una lettera.
L’esordio era – ha detto lo stesso fumettista- ‘caro signor Moore sono uno di quei bastardi che sta distruggendo il suo Watchmen’ non fu una grande presentazione, e la cosa è peggiorata quando ho letto domande del tipo ‘può dirci come pronunciare il nome Ozymandias?’. E perciò ho risposto in maniera piuttosto pesante, dicendo che avrei parlato con la Warner Bros., e avrei detto loro di non contattarmi più. Ho detto che avrei ripudiato quel lavoro, e questo anche perché a livello televisivo e di cinema si tende ad associare il mio nome a produzioni che non rispecchiano il mio lavoro. Così ho replicato dicendo che questa cosa mi imbarazzava, e che non volevo avere niente a che fare con lo show.
Una risposta dura, in linea con il modo di fare tipico di Alan Moore. E lo stesso autore ha aggiunto:
Quando ho visto che Watchmen vinceva tutti quei premi ho pensato ‘ora la gente crederà che quello è Watchmen’. Penseranno ad un qualcosa di oscuro che ha a che fare con la supremazia razziale. Possibile che non abbiano capito di cosa parla Watchmen? Si tratta di un qualcosa che ho scritto 40 anni fa, e che è molto più semplice rispetto a tante cose a cui ho lavorato.
Insomma, è battaglia aperta tra Alan Moore e Damon Lindelof. Nonostante l’autore ripudi la serie TV, sono stati in tanti ad averla apprezzata, sia tra il pubblico che a livello di critica. Chiaramente il telefilm è un sequel che si distanzia parecchio dalla storia di base del fumetto di Alan Moore, disegnata da Dave Gibbons, e pubblicata nel 1986.
Al centro di quel fumetto c’era la destrutturazione della figura del supereroe, che veniva presentato come molto più umano e debole di quanto si fosse visto all’epoca in qualsiasi altro fumetto (la base di The Boys sta proprio all’interno di Watchmen). Mentre la serie TV utilizza quegli stessi personaggi per aprire un discorso socio-culturale di grande attualità sia oggi che nel 2019, periodo della sua uscita su HBO. L’apertura della serie, ad esempio, è un flashback che porta dritto nella Tulsa del 1921, durante il massacro razziale che provocò oltre 300 morti.
Ecco un video in cui Regina King ed altri protagonisti di Watchmen raccontano quella scena.
Proprio per il suo approccio audace e critico-sociale inserito all’interno di una storia supereroistica, Watchmen ha ottenuto ben 11 Emmy Awards, e sono stati in molti a chiederne una seconda. La stesso Damon Lindelof ha dichiarato su questa possibilità:
Vorrei aver avuto un’idea per la seconda stagione di Watchmen, e vorrei che ci fosse un Watchmen 2. Ma abbiamo puntato tutto sulla prima stagione. Ed ogni grande idea che abbiamo avuto era un ‘mettiamo tutto in questi episodi’ contro un ‘lasciamo questa per dopo’. Ci sarà quindi una seconda stagione? Personalmente lo vorrei, ma non credo che potrà mai esistere considerando che il pubblico ha apprezzato la prima.
Anche la protagonista Regina King si è espressa sulla possibilità di una seconda stagione, alla quale l’attrice vorrebbe assolutamente partecipare. Ecco le sue parole:
Vorrei assolutamente partecipare ad una seconda stagione, ma vorrei che fosse intelligente e coinvolgente come la prima. E questo è un obiettivo difficile da raggiungere. Però se si arrivasse a tutto questo vorrei partecipare. Per avere quindi una seconda stagione vorrei che fosse il più possibile simile alla prima.
Di certo sappiamo che Alan Moore non vorrebbe una seconda stagione di Watchmen, considerando la sua avversità per la prima.