Uno studio internazionale recente rivela che i meccanismi molecolari dell’evoluzione cerebrale determinino l’obesità. La squadra di ricerca guidata da Robert Waterland ha dato una nuova prospettiva all’essere obesi. Si contano due miliardi di casi a livello globale. Si è attestato che i geni associati all’obesità siano caratterizzati dall’evoluzione neurologica. È stato utilizzato un modello murino per l’esaminazione dell’epigenetica e dei meccanismi molecolari.
La letteratura scientifica mostra come le influenze ambientali durante i periodi critici di sviluppo possano avere un impatto significativo a lungo termine sulla salute e sulle malattie. La regolazione del peso corporeo è molto sensibile alla programmazione dello sviluppo.
Robert Waterland
L’esperto e la sua squadra hanno esaminato una regione del cervello denominata nucleo arcuato dell’ipotalamo regolatrice dell’assunzione di cibo, dell’attività fisica e del metabolismo. La maturazione epigenetica avviene durante l’inizio della vita postnatale. Le femmine sembrano avere tali cambiamenti in anticipo rispetto ai maschi.
La molecola che combatte l’obesità è la Lac-Phe ed è un amminoacido. Essa lotta contro l’aumento di peso senza necessità di esercizio fisico. I ricercatori hanno raccolto i dati epigenetici raccolti con i modelli murini relativi a grandi studi sul genoma umano.
Questi risultati suggeriscono che il rischio di obesità potrebbe essere in parte collegato allo sviluppo epigenetico nel nucleo arcuato. Sforzi di prevenzione mirati a questi processi di sviluppo potrebbero essere la chiave per contrastare l’eccesso di peso.
Harry MacKay, collega e coautore di Waterland