Gli Anelli del Potere: l’analisi della settima puntata

Gli Anelli del Potere, la serie tv più costosa della storia ispirata alle opere di Tolkien, è finalmente disponibile su Amazon Prime Video. Analizziamo la settima puntata cercando come sempre di scovare anche qualche dettaglio che ci viene fornito dai testi di Tolkin

Vicino al tronco, su due sedie sormontate da un baldacchino di rami viventi, sedevano a fianco a fianco Celeborn e Galadriel. Si alzarono ad accogliere gli ospiti, secondo l’usanza degli Elfi, e anche di coloro che fra loro venivano considerati come potenti re. Erano molto alti, e la statura della Dama pari a quella del Signore; i loro volti erano gravi e belli. Le vesti erano bianche, e i capelli della Dama di un oro intenso, e quelli del Sire Celeborn d’argento, lunghi e lucenti; nessuna traccia d’età, salvo forse la profondità dei loro occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili abissi di arcaici ricordi.

La conclusione è vicina, il monte Fato si è attivato ufficialmente e le terre del Sud si stanno trasformando nella più famosa Mordor, terra desolata che solo gli orchi riescono a calpestare e che sarà la casa futura dell’Oscuro Signore. Ma prima di creare la torre di Barad-Dur, e lavorare direttamente all’interno dello stesso monte Fato per creare l’Unico Anello, di cose ne dovranno succedere (e di stagioni della stessa serie) quindi l’analisi di questa settima puntata parte proprio dalle terre del Sud.

L’esplosione del monte Fato ovviamente porta devastazione in tutta la regione sottostante e le scene “in rosso” vogliono dare la sensazione di oppressione, prima dell’oscurità che poi sarà la terra di Sauron. La messa in scena è totale: persone brutalmente ferite e menomate, cadaveri ricoperti dalla cenere, cavalli con la criniera in fiamme che vagano disperati (una delle scene più epiche e drammatiche di questa puntata). Dopo la grande azione della sesta puntata, la settima, diretta sempre dall’ottima Charlotte Brändström, torna in un mood più “lento” a raccontare le vicissitudini della seconda Era e sicuramente è normale questa “quiete prima della tempesta”, la percezione è che si stanno gettando le basi per ciò che sta per arrivare, ovvero la guerra, feroce e senza quartiere. Galadriel muta ancora il suo personaggio e troviamo ancora un, seppur lento, nuovo percorso che la porta ad interrogarsi con Theo su diverse situazioni:

c’è più saggezza in lei, soprattutto una consapevolezza maggiore a ciò che dovrebbe diventare in futuro.

Appunto Galadriel, rimasta sola con il piccolo Theo, decide di raccontare una parte del suo passato rappresentato da due nomi ben specifici: il fratello Finrod (finalmente sentiamo pronunciare il suo nome) e il marito Celeborn. Del fratello Finrod abbiamo delle informazioni più che concrete, considerando che è la scintilla della stessa Galadriel che la porta fino a quel punto dell’azione, ma del suo marito, a quanto pare scomparso, sappiamo ben poco. Tornando nei testi di Tolkien Celeborn è un signore elfico della stirpe dei Sindar appartenente alla Casa di Elwe reso celebre, oltre alle sue imprese, dal matrimonio appunto con Galadriel (già presenti entrambi tra l’altro a Lothlorien nella trilogia di Peter Jackson). Dopo la Guerra d’Ira, che nella serie sarà molto più avanti, Celeborn si trasferì con la moglie nell’Eriador, dove fondò e governò per qualche tempo il reame elfico di Eregion e in seguito cedette la signoria dell’Eregion a Celebrimbor e con la moglie e la figlia attraversò le Montagne Nebbiose stabilendosi a Lothlórien.

Gli Anelli del Potere - episodio 7, la recensione:

Tuttavia nei testi di Tolkien non si parla di perdite reali, ma durante il loro matrimonio ci sono stati almeno due momenti nei quali si divisero: una è esplicita e l’altra più sottile. Quella esplicita accadrà quando Annatar (Sauron) prenderà possedimento nell’Eregion e riuscirà a convincere l’elfo Celebrimbor che Galadriel, con suo marito Celeborn, sono delle persone da allontanare. In quel momento c’è quasi un colpo di stato in quanto i due elfi vengono estromessi e Galadriel decide di passare per Khazad-Dum, azione non coordinata insieme al marito che rimane indietro

Celeborn rimarrà indietro dimenticato da Celebrimbor

Nella situazione meno esplicita, ma molto più vicina alla serie, Tolkien ci presenta un’altra spaccatura con relativa divisione tra i due coniugi. Tolkien difatti scrive che nella seconda Era, Celeborn aveva un feudo nel Lindon, idea assolutamente congeniale anche alla scrittura della serie quella di donare un piccolo terreno da parte di Gil-Galad, ed è proprio in quel momento che Galadriel si accorge che si stava muovendo una forza nel mondo (Sauron) dimenticata fino a quel momento. Subito dopo decide di partire alla ricerca di questa “misteriosa forza” ma lo stesso Tolkien fa intendere che questa ricerca la intraprenda da sola quindi la perdita di cui Galadriel parla a The con il marito Celeborn potrebbe essere proprio riferita a questo passo scritto dal professore di Oxford.

I Pelopiedi e quel “Boscoverde il Grande”

Il ritorno dei Pelopiedi ci dona invece delle scene molto importanti. Intanto più passa il tempo e più si delineano dei rimandi molto significativi con i caratteri dei futuri hobbit: i loro modi di fare, le loro tradizioni, ma soprattutto i dialoghi sembrano anticipare le scorribande dei Baggins e family. Una storyline molto rischiosa la loro, ma nella sua “immobilità” ci sta facendo amare ancor di più i nostri piccoli eroi, con Nori e Poppy in cima alle classifiche. Arrivati in un bosco e appurato che il monte Fato ha fatto danni non solo alle terre del Sud, torna in auge ancora la dicotomia del nostro Stregone sempre più combattuto dal suo bene-male ancor ma gestito ed è proprio a causa di un errato (ma momentaneo) artificio che viene invitato da Sadoc ad andare in un luogo ben definito: Boscoverde il grande.

Dunque ciò che un tempo era conosciuto come Boscoverde in futuro diventerà il più famoso Bosco Atro. A seguito dell’insediamento di Sauron a Dol Guldur nel 1050 TE la sua parte meridionale fu contaminata dalla malvagità dell’Oscuro Signore e divenne un luogo malsano infestato da Ragni, Orchi e altre creature mostruose. Ma perché è cosi importante questo bosco, perché sarà uno dei luoghi di appartenenza di Radagast il Bruno. Radagast che ricordiamo era in origine un Maiar, al servizio della Valier Yavanna e il suo nome in Valinor era Aiwendil, fu scelto per essere inviato nella Terra di Mezzo per contrastare il crescente potere di Sauron nel TE 1000.

La cronologia dell’arrivo dei cinque stregoni sappiamo che è stata rimessa in discussione, ora dobbiamo capire il perché della scelta tra un Radagast e Gandalf (ad oggi i più probabili).

Gli Anelli del Potere - episodio 7, la recensione:

Durante il tempo trascorso nella Terra di Mezzo, però, Radagast si innamorò dei molti animali del suolo e dell’aria, che vivevano nella Terra di Mezzo, e abbandonò la sua missione per trascorrere i suoi giorni tra le creature selvatiche. Proprio per questo amore sviscerale per la natura decise di stansiarzi al confine occidentale del Bosco Atro, vicino ai Campi Iridati dove poi conobbe il mutapelle Beorn. L’introduzione di un Radagast tra tutti gli stregoni non è tra le più mainstream, ma questo indizio del Boscoverde non si può non prendere in considerazione. Inoltre è interessante quali siano le intenzioni delle sacerdotesse, che ancora rimangono un mistero molto fitto: è palese ormai la loro potenza magica, ma il perché seguono MeteorMan è ancora un dubbio fittissimo. Infine un rimando alla compagnia dei quattro hobbit ci viene data proprio dall’ultima scena dei Pelopiedi che decidono di partire per “avvertire” lo Straniero dell’imminente pericolo: la partenza è guarda caso di quattro avventurieri.

Durin e il suo flagello

Probabilmente la storyline all’interno di Khazad-Dum è quella che ha fatto di più tremare gli animi dei tolkieniani. Quella leggenda apocrifa, che raccontava dell’essenza dei Silmaril all’interno del Mithril, ha spaccato l’internet in due come lo stesso Sauron è stato spaccato da Adar. Resta il fatto che probabilmente all’interno di quelle miniere c’è un’amicizia che ormai è più vicina ad un rapporto di fratellanza, di genuino amore fraterno, una cosa che ho sempre apprezzato in Tolkien soprattutto nel rapporto tra Sam e Frodo, ed quella tra Durin IV ed Elrond è quanto di più tolkieniano si possa chiedere dalla scrittura di due personaggi. Le difficoltà aumentano soprattutto perché Durin IV è combattuto con il padre Durin III sulla gestione del mithril, scopertosi ormai fondamentale per la sopravvivenza degli elfi, ed è proprio il re dei Nani che decide di tenere il pugno di ferro a riguardo degli elfi.

Tutto quello che succede all’interno di Khazad-Dum e tutto ciò che li riguarda è fondamentale, perché si sta compiendo a poco a poco il destino del futuro re dei nani, che non sa a cosa sta andando incontro.

Gli Anelli del Potere - episodio 7, la recensione:

La compressione cronologica sappiamo che è totalmente differente da quella dei testi di riferimento, ed aver inserito l’immagine del Barlog può aver fatto storcere il naso di nuovo a molti tolkieniani, ma alla fine è un rimando innanzitutto alla trilogia di Peter Jackson, poi rappresenta un monito per il futuro in quanto Durin III nella scena successiva farà effettivamente chiudere quella parte di miniera quindi è semplicemente un espediente cinematografico per farci ricordare cosa c’è in fondo a quelle montagne.

L’occhio e Mordor

Il titolo della puntata poteva essere fuorviante, anche se è probabilmente è dedicato alla momentanea menomazione fisica della regina reggente Miriel. Nei testi di Tolkien sappiamo talmente poco su questo personaggio che le interpretazioni degli showrunners possono veramente viaggiare su moltissimi binari vuoti e riempire i buchi di trama lasciati dallo stesso scrittore di Oxford. Tuttavia l’esplosione del monte Fato con le conseguenti devastazioni lungo le terre del Sud hanno finalmente donato ad Adar e i suoi orchi una terra con un nuovo nome: appunto Mordor.

Gli Anelli del Potere - episodio 7, la recensione:

Ma Adar non sarà il padrone di quella terra, c’è un re (o presunto Re) che si è trovato sempre nel luogo giusto, al momento giusto con il personaggio accanto a se adatto a svolgere una determinata azione: quel personaggio è Halbrand. Se dovessimo fare il nostro toto-scommesse ci troviamo nella situazione di affermare (cosa che abbiamo già fatto con la collega Valentina Ariete fin dalla prima puntata di #BingeStream) che Sauron potrebbe essere proprio il nostro naufrago, che tra l’altro per “medicare” le ferite del suo corpo post-esplosione dovrà essere portato in salvo dagli elfi…dove probabilmente incontrerà un centro Celebrimbor!

Voi cosa ne pensate di questo Halbrand-Sauron?

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