I comunicati di Eni e Gazprom dei giorni scorsi hanno permesso agli italiani di tirare un sospiro di sollievo poiché il gas russo, via Tarvisio, è salvo. Un comunicato di Gazprom ha fatto sapere che è stata trovata una soluzione sul modo di interazione nel contesto delle modifiche normative austriache di fine settembre.
Le normative dell’Austria imponevano a Gazprom, a partire da ottobre, il pagamento di una garanzia di 20 milioni di euro per il trasporto del gas dall’Austria all’Italia. Probabilmente questi soldi sono stati messi da Eni. La società ha giocato un ruolo fondamentale nella situazione globale, anche grazie alle sue relazioni decennali con i grandi Paesi produttori di idrocarburi tra Africa e Medio Oriente. Questo gli ha permesso di assicurarsi forniture per i prossimi anni.
La Germania, viceversa, non ha un’azienda così importante a livello internazionale. Eni è riuscita a risolvere la questione in pochi giorni, assicurandosi una fornitura di 20 milioni di metri cubi al giorno che, seppure si tratti di una fornitura ridotta, ha una grande importanza in questa situazione. I tedeschi hanno visto ridursi fino ad azzerarsi i flussi attraverso il Nord Stream 1.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina, Eni ha collaborato con il governo italiano nelle trattative con gli Stati africani per diventare indipendenti dal gas russo nel giro di 18 mesi, ma anche nella trattativa con Gazprom per evitare di restare senza scorte di metano nel periodo invernale.