Le materie prime per i vestiti sono un aspetto molto importante, non solo per il proprio guardaroba. Quello che viene poco considerato è l’impatto che gli indumenti hanno sull’ambiente in quanto ciò che viene prodotto finisce per interessare principalmente il pianeta.
Il cotone rappresenta il 24% della produzione di fibre che può essere un problema dal punto della sostenibilità. Questo perché la sua produzione richiede enormi quantità di acqua, terra, pesticidi e fertilizzanti. Inoltre, non può essere riciclato in fibra vergine. Il cotone biologico può ridurre in parte l’impatto sull’ambiente perché richiede meno acqua e meno fertilizzanti e pesticidi.
Il 52% del mercato globale delle fibre nel 2020 è rappresentato dal poliestere, il quale, rispetto al cotone, ha un’impronta d’acqua minore, si lava a temperature più basse, si asciuga prima e non deve essere stirato. In più, può anche essere riciclato in fibre vergini nuove, anche se il 99% del poliestere riciclato non è recuperato da vestiti usati ma da bottiglie di plastica.
Di contro, il poliestere presenta degli aspetti negativi quale il rilascio di microplastiche e il fatto di essere non biodgredabile essendo di origine fossile. Secondo una stima dell’Agenzia europea dell’Ambiente in Europa vengono rilasciate 13mila tonnellate di microplastiche, di cui l’8% deriva dalla produzione di vestiti. Una parte del tessuto sintetico viene poi rilasciato durante i primi lavaggi.
L’industria sta così ricorrendo ai ripari sperimentando poliestere di origine biologica ottenuto in parte da risorse rinnovabili come amidi e lipidi di mais, canna da zucchero, barbabietola o oli vegetali. Quello che si cerca di fare è trovare delle materie prime che non competano con la produzione di alimenti e richiedano basse quantità di pesticidi e acqua.
Una delle materie prime potrebbe essere la viscosa (o rayon), una cellulosa artificiale derivata da cellulosa estratta dalla polpa di legno degli alberi. La sfida legata a questo materiale è trovare un modo per ottenere la cellulosa in modo sostenibile. Ci sono poi altri materiali innovativi come lyocell, ottenuto dalla cellulosa di eucalipto (che cresce velocemente senza pesticidi e non richiede irrigazione), Bemberg (fatto di linter di cotone non utilizzabile per fare il filo) e Piñatex (fatto di foglie di ananas).