Gli orti urbani sono sempre più diffusi, ma il dubbio che si può avere è se le verdure siano effettivamente commestibili a causa dell’inquinamento cittadino. In realtà le verdure coltivate in città, oltre a essere sicure, possono essere una valida alternativa all’agricoltura tradizionale. Le coltivazioni urbane possono ridurre l’inquinamento atmosferico, sono sostenibili e, soprattutto, crescono in abbondanza diventando una risorsa importante.

Secondo una ricerca, pubblicata su Earth’s Future, condotta da ricercatori dell’Università di Lancaster l’agricoltura cittadina può essere paragonata a quella tradizionale in termini di produttività. I dati raccolti a livello globale mostrano come alcuni ortaggi, come cetrioli, tuberi e lattuga, riescano a crescere meglio e più rigogliosi in città.

Aumentare la diffusione degli orti urbani permetterebbe di ridurre la necessità di agricoltura intensiva e massiva, coprendo il fabbisogno di parte della popolazione e ridurre così il bisogno di coltivare all’eccesso i terreni fuori dalla città. Va anche considerato il fatto che si contribuirebbe a creare un ambiente urbano più salubre e sostenibile.

Oltre ciò, gli orti urbani possono contribuire a ridurre l’inquinamento e quindi a migliorare lo stato di salute delle persone, grazie alla riduzione delle emissioni dovute al trasporto degli alimenti e al fatto di riempire le città di piante. Per creare un orto non è necessario avere appezzamenti di terreno sgombri. Ci sono altre soluzioni da considerare come i giardini domestici, i capannoni, i tetti e le pareti verticali.