La sfida per il clima non verrà vinta chiedendo alle persone di consumare di meno. Ne è convinto Bill Gates, che accusa di ingenuità i sostenitori della decrescita. «Non è realistico», ha detto. «Le persone non cambieranno il loro stile di vita, è troppo complicato».

Gates rigetta completamente la tesi secondo cui sarebbe possibile modificare dall’alto le abitudini delle persone. «Non credo sia realistico pensare che le persone, improvvisamente, saranno disposte a cambiare il loro stile di vita per via delle loro preoccupazioni sul clima» , ha spiegato durante un’intervista con Bloomberg.

La decrescita non porterà le emissioni di CO2 a zero

«Bisognerebbe avere una rivoluzione culturale, oppure servirebbe un modello di controllo simile a quello della Corea del Nord, dove lo Stato gestisce ogni aspetto della vita delle persone», ha aggiunto. «Ma a meno che non si voglia un’autorità centrale immensa, immaginando che le persone siano disposte ad obbedire ciecamente, io credo che il problema dell’azione collettiva sia completamente impossibile da risolvere».

Il punto è che un simile disegno richiederebbe alle persone di rinunciare alla loro stessa natura umana. «Chiunque pensi sia possibile dire alle persone di smettere di mangiare carne, oppure di volere una bella casa, sta chiedendo fondamentalmente di rinunciare a quelli che sono i desideri naturali dell’uomo. È troppo difficile. Puoi proporlo, ma non sarà realistico e non sarà la soluzione al nostro problema».

Il fondatore di Microsoft è convinto che la soluzione arriverà quasi esclusivamente dall’innovazione tecnologica. Bill Gates spiega che oggi esistono due modi per produrre beni e servizi: il metodo convenzionale, disinteressato alle emissioni, e i metodi pensati per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Quest’ultima via ha dei costi estremamente alti, che Bill Gates chiama il “green premium“.

L’imperativo diventa, allora, abbattere il green premium. Rendere i costi della sostenibilità ambientale prossimi allo zero. All’inizio sarà possibile barare e raggiungere questo scopo con i sussidi dello Stato, ma sul lungo periodo spetterà all’innovazione: tecnologie inizialmente costose e immature diventano sempre più accessibili ed economiche grazie all’economia di scala.

E ovviamente in questo discorso entra in ballo l’impegno filantropico di Bill Gates. Breakthrough Energy Ventures – un fondo d’investimento da lui co-fondato – si occupa proprio di finanziare startup nate con lo scopo di reinventare i modi con cui non soltanto produciamo energia, ma anche la consumiamo, specie nell’industria pesante (che ha un impatto ben superiore del settore dei trasporti).

Ma non sarà un processo lineare, come ci insegna l’Ucraina

Bill Gates ha anche ammesso che il processo che ci porterà alla cosiddetta decarbonizzazione non sarà lineare, ma ammette degli importanti passi indietro. Il conflitto in Ucraina lo ha reso più che mai evidente:

Alcune persone in questi giorni mi dicono che apprezzano il mio impegno per il clima, perché così potremo dire a Putin che non abbiamo più bisogno di lui. Io in genere rispondo: “Certo, tra dieci anni da oggi. Tra dieci anni chiamalo al telefono e digli che non ti serve più

Sarebbe saggio riaprire le fabbriche a carbone in questo momento? Probabilmente sì. Bisogna fare scelte pragmatiche. Nel breve periodo, bisogna limitarsi a trovare le soluzioni più sagge anche se questo significa alzare temporaneamente il livello delle emissioni. Prima finirà la guerra, meglio sarà per tutti.

Nel 2021 Bill Gates ha dedicato a questo tema un libro, diventato rapidamente un best seller in tutto il mondo. “Clima: come evitare un disastro” in Italia è edito dalla casa editrice La Nave di Teseo ed è disponibile su Amazon.it a 20,90€ per l’edizione cartacea e 7,99€ per l’edizione Kindle. «Questo libro mostra la strada da percorrere per avere le migliori possibilità di evitare un disastro climatico», si legge nella sinossi.