Nella vita di ognuno di noi accadono dei cambiamenti e delle fasi di transizione. Questi vengono definiti “condizione di mezzo” ed è usata per spiegare lo spazio liminale. Il termine migliore è “momento di passaggio”, in cui una persona si trova sulla soglia fra due differenti stati d’essere. Ecco quali sono le fasi di passaggio o di “condizione di mezzo”.
Uno può essere la gravidanza quando la coppia attende l’arrivo di un bambino. Diventare genitori prevede l’evoluzione della persona, qualcosa che può prevedere felicità, ma anche ansia, paura e stress. Altro spazio liminale è il divorzio che accade improvvisamente. Una sensazione di smarrimento o di confusione, perdita della consapevolezza di chi si è realmente. Non si sa cosa succederà dopo la separazione.
Un altro esempio è la perdita del lavoro. Il cambiamento di un posto da un lavoro a un altro. Può essere un posto complicato dove trovarsi dopo tanti anni di impiego. Inoltre, da considerare spazio liminale anche il trasferimento in una nuova città. Il nuovo inserimento in una nuova comunità, farsi nuovi amici oppure lasciare una famiglia a cui si è legati.
Un altro caso di liminalità è quando una persona sente di non appartenere a un genere specifico o a un genere a lei assegnato. Uno stato liminale che comprende sia mente che corpo. Come reagire al momento di passaggio? I cambiamenti fanno paura e l’idea di andare verso l’ignoto lasciando per sempre le nostre sicurezza ci intimorisce. Si aggiungono il terrore di perdere il controllo e la stabilità ottenuta senza sapere niente del futuro. Per utilizzare gli spazi liminali bisogna saper abbandonare la necessità di tenere tutto sotto controllo e riuscire ad ascoltare meglio noi stessi. Un modo per riflettere bene sulle scelte da compiere.