Il Morganucodon è un animale fossilizzato che visse circa 200 milioni di anni fa e, molto probabilmente, somigliava al primo progenitore dei mammiferi. Uno studio recentemente pubblicato su PNAS ha messo in mostra come la ricostruzione del genoma ancestrale può essere di aiuto non solo nello studio dell’evoluzione dei mammiferi, ma anche nella conservazione delle specie contemporanee.

La ricerca è stata condotta usando campioni di genoma di 32 specie viventi tra cui essere imano, scimpanzé, conigli, lamantini, bovini domestici, pipistrelli, pangolini e rinoceronti usando genomi di coccodrilli cinesi e polli come gruppi di confronto.

In tutti i genomi sono stati trovati 1215 gruppi di geni che appaiono sempre nello stesso ordine e nello stesso cromosoma, mostrando una certa stabilità evolutiva nell’ordine e nell’orientamento nei geni sui cromosomi in un ampio arco di tempo.

I ricercatori potrebbero riuscire a rintracciare così i cromosomi dell’antenato comune a queste specie, grazie anche alla scoperta delle variazioni nei tassi di riarrangiamento cromosomico tra i lignaggi dei mammiferi.