L’eruzione del vulcano sottomarino di Tonga, avvenuta il 15 gennaio, ha raggiunto una potenza di 61 megatoni ed è stata definita la peggiore degli ultimi 30 anni. L’esplosione ha provocato un pennacchio di vapore che ha raggiunto i 58 chilometri di altezza. Uno studio pubblicato su Science ha calcolato che la quantità di acqua sparata nell’atmosfera può avere conseguenze mai vista, in particolare aumentare la temperatura del pianeta per diversi mesi.

Le eruzioni vulcaniche possono avere importanti effetti sul clima a causa delle quantità di polveri e gas che vengono emessi nella stratosfera. Normalmente, però, si ha una riduzione della temperatura causato dalle ceneri e dall’acido solforico, abbassando la temperatura di qualche grado per diversi anni nei casi peggiori.

Gli autori dello studio spiegano, però, che in questo caso l’eruzione ha iniettato nella stratosfera circa 50 miliardi di litri di acqua. L’umidità potrebbe così essere aumentata del 5% che potrebbe addirittura invertire gli effetti di ceneri e gas, portando a un aumento delle temperature per mesi, se non anni. Questi aumenti dovrebbero però essere impercettibili. Allo stesso modo l’aumento delle molecole d’acqua potrebbe danneggiare lo strato di Ozono con effetti ancora imprevedibili.