Blonde è uscito il 28 settembre ed è balzato subito al primo posto tra i film più visti su Netflix, ma nonostante questi dati non sono mancate le critiche. Tra critici e pubblico, sul lungometraggio sono arrivate accuse di “sessismo” e di “crudeltà”.
Il The New York Times ha scritto che “nonostante le sofferenze che Marilyn Monroe ha vissuto durante i suoi 36 anni di vita, è un bene che non abbia avuto la possibilità di soffrire con le volgarità di Blonde, una sorta di intrattenimento necrofilo verso la sua figura”.
Steph Herold, una ricercatrice dell’Università di San Francisco che si occupa di aborto, si è soffermata su una scena del film, dichiarando di “avere avuto la sfortuna di guardare Blonde su Netflix, e di aver potuto vedere un film anti-abortista, sessista e sfruttatore. Non lo raccomando, la scena dell’aborto è terribile, così come tutto il film”. In particolare la Herold ha fatto notare come la scena dell’aborto porti a pensare che Marilyn Monroe sia stata costretta ad abortire.
Justin Chang del Los Angeles Times ha parlato di un lungometraggio “che non racconta Marilyn Monroe, ma solo il come farla soffrire”. Il critico Adam Nayman ha detto:
Blonde è il tipo di film che ti brutalizza per tre ore, e poi ti dice ‘ma figurati’. Bè, grazie di nulla.
Anche tra gli utenti di Twitter non sono state risparmiate le critiche. Ad esempio in un tweet il film Blonde viene descritto come un lungometraggio in cui “una sorta di contenitore in cui Norma/Marilyn viene abusata, sessualizzata e chiama le persone ‘papino’. Magari potremmo finirla di far fare dei film misogini a degli uomini che non sanno nulla sulle donne che raccontano.”