Da poco è stata diffusa la notizia che Jonathan Majors sarebbe in trattative per fare da protagonista nel film 48 Hours in Vegas, la storia della fuga di Dennis Rodman dai Chicago Bulls durante le finals di NBA del 1998. Il lungometraggio è in lavorazione per Lionsgate, che si sarebbe assicurata i diritti di sviluppo circa un anno fa.
Questa operazione dimostra ancora una volta di più come la forza delle storie dell’NBA sul grande e piccolo schermo stia diventando sempre più centrale a livello d’intrattenimento per Hollywood.
Tutto è iniziato nel 2020 con l’uscita della docuserie su Michael Jordan e sui suoi Chicago Bulls (da cui questo film su Dennis Rodman in qualche modo trae spunto)intitolata The Last Dance. I numeri ottenuti dalla distribuzione della docuserie hanno subito fatto notare il potenziale delle storie NBA. “Il 23 è sempre stato il suo numero fortunato” aveva scritto su Twitter l’account ufficiale di Netflix nel momento in cui a maggio 2020 aveva diffuso i dati d’ascolto di The Last Dance. La docuserie sui leggendari Chicago Bulls e su Jordan aveva fatto registrare 23.8 milioni di spettatori sulla piattaforma streaming al di fuori del territorio americano. Un successo supportato anche dalla carenza di sport dal vivo durante il primo lockdown della pandemia, ma che fece drizzare le antenne dei produttori americani.
E dopo il ponte creato da Space Jam 2, film uscito nel 2021 con Lebron James protagonista, che non ha creato gli effetti desiderati (si è trattato in pratica di un flop della Warner Bros.), proprio qualche mese fa è stata distribuita su Sky e NOW la serie Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers, che racconta il percorso dei Los Angeles Lakers di Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar negli anni Ottanta. John C. Reilly nei panni del proprietario della squadra, Jerry Buss, ha sfoderato una performance in grado di ricordare il migliore Gene Hackman (protagonista di un film cult sul basket come Colpo Vincente, uscito nel 1986), e la qualità del prodotto ha dimostrato l’impegno della produzione targata HBO.
E le produzioni legate alle storie di NBA non si sono fermate qui, considerando che Ben Affleck e Matt Damon saranno i protagonisti del film degli Amazon Studios sull’accordo tra la Nike e Michael Jordan. Ben Affleck sarà regista, produttore, sceneggiatore e protagonista del film, mentre Matt Damon sarà interprete e produttore. Quest’ultimo vestirà i panni del dirigente Sonny Vaccarro, mentre Affleck interpreterà il proprietario della Nike Phil Knight.
La storia che riguarda l’accordo tra la Nike e Michael Jordan siglato negli anni Ottanta fu significativa, considerando che all’epoca il brand sportivo era ancora poco noto, ed il successo di questo sodalizio portò alla nascita della più grande collaborazione tra un atleta ed un’etichetta.
Grazie a quell’accordo la Nike iniziò realmente a diventare ciò che oggi è, ovvero un colosso dei brand sportivi.
Il tutto porta fino a 48 Hours in Vegas e ad una delle storie più suggestive dell’NBA. Nonostante una due giorni di divertimento sfrenato per il campione di basket, Rodman durante quel giugno 1998 fu in grado di ritornare a giocare per i Chicago Bulls, aiutando la squadra a ottenere in quelle finals il suo terzo titolo consecutivo.
Così come ha dichiarato Nathan Kahane di Lionsgate:
Esiste sono un Dennis Rodman, e nel 1998 non esisteva nessuno in grado di essere più divertente di lui. Questo film è un percorso sfrenato nel mito, nella leggenda, ed anche all’interno di Dennis Rodman come uomo.
In un incrocio tra The Last Dance e Paura e Delirio a Las Vegas, il film 48 Hours in Vegas è l’ennesima produzione che negli ultimi due anni continua ad accrescere il mito dell’NBA sul grande e piccolo schermo, attraverso storie cinematografiche e da serie TV, che gli appassionati di basket, e non solo, sembra abbiano sempre più voglia di guardare per accrescere il mito della lega americana.