L’acqua è stata toccata dalla crisi energetica. L’Italia vive già una realtà difficile per via di investimenti da fare per la depurazione, nelle tubature e anche nelle infrastrutture civiche di stoccaggio. Tale pianificazione futura è messa a rischio dall’aumento dei costi dell’energia elettrica. In Italia questa ha avuto un incremento di 1,2 miliardi di euro, il 18% in più del 2021.
Il Pnrr darà un bel contributo agli investimenti per un totale di 4,3 miliardi. La cifra però ovviamente rimane molto alta. Inoltre, c’è da mettere in conto che i costi energetici aumentano (sono decuplicati), anche se le tariffe in bolletta non verranno aumentate.
L’attuale congiuntura internazionale ha reso prioritario per l’Italia il tema dell’autonomia energetica e della promozione delle fonti rinnovabili. Gli impianti di depurazione possono diventare loro stessi fonte di produzione di energia, quali biometano e idrogeno. Quindi occorre ridurre la burocrazia per realizzare gli impianti il prima possibile.
presidente di Como Acqua, Enrico Pezzoli, portavoce di Water Alliance
In futuro, presto o tardi, ci saranno incrementi energetici che diventeranno rincari anche per il cliente finale. Ciò accadrà forse dal 2023-2024. La regolazione tariffaria include un insieme di variabili che non possono essere scorporate. Per intendere meglio, gli investimenti programmati e i budget stanziati non possono essere usati per la copertura dei nuovi costi. La tariffa quindi aumenterà. Si presume che l’incremento sarà del 25%, ma il dibattito su tale decisione è ancora in corso.