Il buco dell’Ozono sopra il Polo Sud resta sotto sorveglianza dopo i record del 2020 e del 2021. Da fine agosto questo ha raggiunto le dimensioni superiori a quelle dell’Antartide, ma sembra che ora stia rientrando nella norma. Nonostante ciò il monitoraggio nelle prossime settimane sarà comunque una mossa cruciale per capire come questa situazione evolverà.

Questo è quanto viene reso noto dal CAMS (Copernicus Atmosphere Monitoring Service) in occasione della Giornata internazionale dell’ONU per la preservazione dello strato di Ozono in cui si celebrano i 35 anni dalla messa al bando di sostanze che distruggono l’Ozono tramite il Protocollo di Montreal. Il buco nell’Ozono inizia a formarsi generalmente nella primavera dell’emisfero boreale e raggiunge il massimo nel periodo tra metà settembre e metà ottobre.

Il buco dell’ozono antartico di quest’anno ha iniziato a svilupparsi alla fine di agosto e finora ha seguito tendenze simili a quelle dell’ultimo decennio in termini di area, colonna totale minima, deficit di massa e temperatura minima. Secondo i nostri dati rilevati dall’inizio di settembre, le dimensioni del buco dell’ozono rientrano nella media. Ciononostante terremo sotto controllo lo sviluppo nelle prossime settimane, poiché i buchi dell’ozono nel 2020 e nel 2021 hanno iniziato a diventare eccezionali solamente poco dopo.

Vincent-Henri Peuch, direttore di Cams

L’evoluzione del buco nell’Ozono può essere monitorata combinando osservazioni satellitari e in situ dei modelli dettagliati dell’atmosfera.