Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, aveva posto, durante il Meeting di Rimini di fine agosto, l’accento sulla crisi demografica. Meno persone comporta anche una minore attività e un minore inquinamento.

Al primo giugno di quest’anno i residenti in Italia sono 58,87 milioni, fra dieci anni avremo perso 1,2 milioni di persone. Nel 2052 perdiamo 5 milioni di persone, se andiamo al 2070 perdiamo 11 milioni di persone”. E così se “Il Pil di oggi è circa sui 1.800 miliardi di euro, nel 2070 avremo qualcosa come 1.200 miliardi, cioè 560 miliardi in meno, ossia un 32% di Pil in meno solo per il cambiamento di carattere demografico.

Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat

 

Nel 2019, secondo i dati Ispra, le emissioni di anidride carbonica sono diminuite del 19% rispetto al 1990, preso come anno di riferimento. Si è scesi da una produzione di 519 milioni tonnellate a una produzione di 418 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Questa riduzione è stata riscontrata in particolare dal 2008 come conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica.

Fonte: Ispra

 

Nel 2019 anche la crisi demografica è precipitata portando a una diminuzione del calo delle nascite di un quarto negli ultimi 10 anni.

Secondo i dati Istat e un calcolo realizzato al costruttore di caldaie Vaillant e dall’Università di Milano, ogni italiano produce in media 5,5 tonnellate di CO2. Seguendo il trend del calo demografico si può prevedere che nel 2052 in Italia si potrebbero respirare 27,5 tonnellate l’anno di anidride carbonica in meno rispetto al 2019.