A Jakarta, la capitale dell’Indonesia, le montagne di plastica abbandonate per le strade sono diventate un vero e proprio business. Un imprenditore ha fondato il Gruppo Tridi Oasis che, con l’aiuto di 120 persone, ha riciclato oltre 250 milioni di bottiglie di plastica in sei anni.
L’Indonesia si è impegnata a ridurre del 30% l’uso di plastica nei prossimi tre anni, ma nell’arcipelago di 270 milioni di persone il riciclo di questo materiale è ancora raro. Ogni anno in Indonesia si stima una produzione di rifiuti di plastica pari a 7,8 milioni di tonnellate e meno della metà di questa viene raccolta.
L’azienda di Dian Kurniawati riceve i rifiuti di plastica dai centri di riciclaggio di Jakarta dove viene riciclata e inviata ai Paesi Europei e al mercato locale allo scopo di essere usata per gli imballaggi. L’idea è nata dopo aver notato la grande quantità di rifiuti di plastica riversati nel mare attraverso i fiumi.
Le bottiglie di plastica, dopo essere state private di tappi ed etichette, vengono pulite e tagliate in pezzi piccoli, per poi essere inviate ai clienti per la successiva lavorazione.
Il problema è che in Indonesia non ci sono sistemi di raccolta di rifiuti come in altri Paesi, ma questo compito è affidato a raccoglitori indipendenti. Le nuove generazioni si stanno però rendendo conto dei problemi ambientali che questo comporta.
La gente butta via i rifiuti senza pensarci, dovrebbe almeno differenziarli e tenere le parti appuntite lontano per non ferire gli addetti alla raccolta dei rifiuti.
L’Indonesia sta recuperando, e l’accelerazione è piuttosto rapida grazie ai social network e alle campagne condotte dai giovani.
Dian Kurniawati, fondatrice del Gruppo Tridi Oasis.