Siamo sempre stati convinti che fosse il gusto a farci desiderare i cibi grassi, invece uno studio ha attestato che le cause sono ben altre. Si è scoperto che la voglia di consumare zuccheri e grassi provenga direttamente dall’intestino, nel corso della digestione di molecole di grasso. Ecco che un segnale arriva lungo i nervi fino al cervello attivando il desiderio di cibi grassi.
È stato svolto un test sui topi, sono state offerte bottiglie d’acqua con grassi sciolti e acqua con sostanze dolci nate senza effetti sull’intestino. I topi hanno preferito l’acqua ricca di grassi, anche quando il loro Dna è stato modificato per non sentire il sapore del grasso sulla lingua. Ecco che il gusto non c’entra nulla, ma i segnali partono dall’intestino.
Si è notato che dando ai topi del grasso, i neuroni del nucleo caudale del cervello si attivavano. Inoltre, insieme si sono attivati anche i neuroni del nervo vago che collega intestino e cervello. Attestato anche che il glucosio attiva uno specifico circuito intestino-cervello che fa sapere al cervello la presenza di zucchero nell’intestino. I neuroni coinvolti sono quelli dello stesso tipo preso in esame in questo studio. I dolcificanti artificiali senza calorie non hanno questo effetto.
In America il tasso di obesità è raddoppiato registrando il mezzo miliardo di persone con diabete. In Europa quasi il 60% degli adulti e un bambino su tre è in sovrappeso o obeso.
Il consumo eccessivo di alimenti a basso costo e altamente trasformati, ricchi di zuccheri e grassi, sta avendo un impatto devastante sulla salute umana, soprattutto tra le persone a basso reddito e nelle comunità di colore. Quanto meglio comprendiamo come questi alimenti alterino i meccanismi biologici alla base del gusto e dell’asse intestino-cervello, tanto più avremo la possibilità di intervenire.
Charles Zuker dello Zuckerman Institute e direttore del laboratorio di studio