Hate-watching è la parola che significa “visione odiosa” e che nasce dalla tendenza di guardare una serie tv considerata molto cattiva. Insomma, il termine si riferisce a una strana unione fra disprezzo e fascino che ci porta a essere interessati a ciò che odiamo. Il termine però può essere esteso anche a personaggi famosi e non solo a serie tv. Per esempio seguire le notizie delle persone che detestiamo rafforza il nostro disprezzo. Sembra incredibile, però questa sorta di rafforzamento sul rapporto sprezzante con la persona che si odia viene poi associata a una forma di fascino.
Secondo René Girard, filosofo francese, nel desiderio di odiare c’è una specie di ammirazione segreta. Coloro che odiano dovrebbero chiedersi il motivo di tale odio e se lo fanno, magari perché invidiano l’altra persona per qualcosa che loro non hanno. A volte, l’odio può trasformarsi in dipendenza.
Il nostro odio è individualista. Alimenta ferocemente l’illusione di una differenza assoluta tra questo Sé e quest’altro. È quindi meglio guardare l’altro mentre lo odia, piuttosto che ammettere che qualcosa in lui ci sembra molto invidiabile. Colui che guarda attivamente i reality show per prenderli in giro incarna perfettamente un movimento così ambiguo di repulsione del desiderio. Cercando di distinguersi dai candidati, continua tuttavia a seguire i programmi in questione. Il suo disprezzo nasconde (male) il suo fascino. L’odio… scrive ogni giorno per noi della vita dei nostri nemici il romanzo più falso
René Girard, filosofo francese
Un’altra giusta osservazione da parte del filosofo è che non conosciamo approfonditamente coloro che odiamo, ad esempio come i personaggi famosi. Non ci accorgiamo che tale odio sia alimentato dalle voci screditanti che vengono riportate dagli altri sul conto di tali celebrità.