Quello dell’energia nucleare è sempre stato un tema molto caldo e dibattuto, ma in Giappone si è cominciato a riavviare le centrali nucleari. Sono già 10 quelli in funzione, ma il governo punta a riavviare anche gli altri reattori rimasti inattivi. Questo, secondo il primo ministro Fumio Kishida, permetterà di coprire circa il 10% del fabbisogno energetico giapponese.

La scelta presa dal governo, a 11 anni di distanza dal disastro di Fukushima, è volta a risparmiare sulla produzione di energia elettrica necessaria per il prossimo inverno. Questo perché il costo dell’energia ha raggiunto valori elevati in seguito al conflitto tra l’Ucraina e la Russia. Oltre a ciò la scelta punta all’obiettivo della carbon neutrality entro il 2050.

Il primo ministro giapponese ha recentemente annunciato il riavvio di alcune centrali inattive da tempo ed è convinto che l’energia nucleare debba avere spazio nel mondo dell’energia verde. Lo stesso ha chiesto che 9 reattori dei 10 già riavviati arrivino a pieno regime entro questo inverno, così da iniziare il percorso per raggiungere l’indipendenza energetica.

Prima del disastro di Fukushima, le centrali nucleari giapponesi riuscivano a fornire energia per circa il 30% del fabbisogno energetico del paese, facendo poi marcia indietro dopo l’incidente. Per il momento solo 10 centrali su 39 hanno rispettato gli standard di sicurezza necessari, mentre altre 17 centrali stanno seguendo il processo necessario prima di poter essere riavviate.

In particolare, per quanto riguarda le centrali nucleari, oltre a garantire il funzionamento delle 10 unità già riavviate, il governo adotterà tutte le misure possibili per riavviare le centrali nucleari di cui è già stata autorizzata l’installazione.

Fumio Kishida, primo ministro del Giappone