La geotermia a bassa entalpia è una fonte energetica rinnovabile e pulita proveniente da sottoterra. Viene utilizzata da circa un secolo, anche se in Italia non è molto sfruttata al momento. Il calore proveniente dal suolo potrebbe essere facilmente sfruttato per riscaldare le abitazioni nel periodo invernale abbattendo così le emissioni di CO2rispetto ai sistemi tradizionali.

Quando si parla di geotermia si intende un tipo di energia immagazzinata in forma di calore, proveniente dal terreno e prodotta dal decadimento di sostanze radioattive presenti nella crosta terrestre. Questo tipo di energia può essere sfruttata anche tramite i geyser, dei getti di vapore ad alta temperatura e pressione.

Il calore prodotto nel sottosuolo può essere trasportato in superficie tramite dei fluidi termovettori, sostanze che sono in grado di stoccare e trasportare calore. Per poter trasportare questi fluidi all’esterno devono essere installate delle pompe di calore che funzionano ad energia elettrica, la quale può essere però prodotta usando impianti eolici o fotovoltaici.

L’entalpia è invece una funzione che permette di esprimere la quantità di energia termica di una qualsiasi sostanza. La geotermia a bassa entalpia è il metodo più utilizzato per produrre energia in quanto sfrutta acqua o vapore che possono raggiungere i 90°C al massimo.

Il calore, disponibile lungo tutto il territorio italiano, viene prelevato a basse profondità e può essere utilizzato per riscaldare gli edifici in inverno. Al contrario, nel periodo estivo, si può eseguire il processo inverso per i raffreddamento delle case cedendo il calore al suolo. Questo funziona perché il terreno, a una profondità variabile tra i 10 e i 200 metri, è più caldo in inverno e più fresco in estate. energia