In Italia non sono solo i fiumi italiani ad essere messi in ginocchio dall’intenso fenomeno di siccità, bensì anche le acque sotterranee. In Toscana stanno prosciugando 700 milioni di metri cubi di acqua. Si tratta della più grande riserva idrica della regione, sotto la Piana di Lucca. Essa rifornisce gli acquedotti di ben 4 province dissetando più di 1 milione di abitanti. L’Emilia Romagna non è da meno.

Le acque sotterranee sono essenziali per il sistema idrico. I dati preoccupanti registrati in relazione alla loro scomparsa per siccità sono allarmanti. Garantiscono l’84% del fabbisogno idropotabile dell’Italia. Davanti alla siccità si ricorre sempre di più ai prelievi di acqua dalle falde che vengono sfruttate arrivando poi a profondità eccessive. Per comprendere meglio cosa accade nel sottosuolo si deve guardare sopra il suolo. Inoltre, se le precipitazioni sono scarse o addirittura assenti allora le acque sotterranee faticano a ricaricarsi. In Italia servono poco più di 59 miliardi di metri cubi d’acqua per ricaricare le acque sotterranee.

 

La risposta alla siccità non può essere la cultura del pozzo: prelevare acqua in profondità comporta gravi rischi anche per l’equilibrio idrogeologico. Occorre l’utilizzo razionale delle risorse di superficie che devono essere incrementate. Inoltre, diminuendo la percentuale d’acqua che termina inutilizzata in mare a causa anche di un suolo eccessivamente impermeabilizzato. Oggi su 300 miliardi di metri cubi di pioggia che cadono in Italia solo l’11% viene trattenuto, tutto il resto è sprecato.

Massimo Gargano, direttore generale Anbi

 

 

Quella attuale è la sesta emergenza siccità negli ultimi 20 anni e ha già provocato danni per circa 2 miliardi all’agricoltura. La siccità di quest’anno ha caratteri nuovi e di assoluta gravità, perché l’assenza di pioggia e neve sta intaccando anche le riserve idriche, destinate prioritariamente all’uso potabile, provocando un deficit, che si protrarrà nel tempo. Non intervenire urgentemente con un piano di infrastrutture per la raccolta delle acque piovane, come i 10mila laghetti proposti da noi e Coldiretti, espone i territori al ripetersi di crisi sempre più devastanti, perché ricadono su contesti già idricamente indeboliti.

Francesco Vincenzi, presidente Anbi