Realizzato il primo drone solare che riesce a rilevare incendi e piccoli focolai. Il suo nome è “Firehound zero” e ha le sembianze di un piccolo aeroplano. Grazie a celle fotovoltaiche sulle sue ali, può volare in autonomia per più di 8 ore. Altra funzione è il monitoraggio di circa 500 ettari all’ora tramite sensore a infrarossi. Un modo per dare alla centrale di controllo le coordinate esatte di roghi anche piccoli, prima che l’incendio diventi irreparabile.
Flotte di questi droni potrebbero essere un allarme veloce e preciso nel caso di focolai accidentali, ma anche di azioni da parte di piromani. Un intervento rapido delle forze antincendio. Se si pensa che in Italia sono andati distrutti più di 1.500 km quadrati di boschi e foreste, allora i droni potrebbero esserne la salvezza.
Il nuovo drone ha dimensioni molto ridotte. È lungo 87 cm, l’apertura delle sue ali è di 2 m, il peso di 1,5 kg. Sulle ali ha 0,5 metri quadrati di celle fotovoltaiche che ricaricano la batteria. Il suo volo è a quota operativa di 120 metri e ha una velocità di 40 km orari. Ha una termocamera nella banda dell’infrarosso con la capacità di individuare i roghi tramite la temperatura delle fiamme. Il suo raggio d’azione è di 10 km che con l’alta tecnologia a bordo può arrivare a diverse centinaia di chilometri. Il suo volo è consentito anche su parchi naturali e aree protette grazie al motore elettrico a propulsione solare. Non è inquinante ed è pure silenzioso.
Siamo attualmente in trattativa con alcune istituzioni nazionali e amministrazioni locali che vorrebbero utilizzare flotte di droni “FireHound Zero” per monitorare continuativamente dal cielo le aree a rischio di incendi nei loro territori e fornire informazioni rapide e precise per l’intervento tempestivo delle forze antincendio terrestri e aeree. Lo ‘zero’ nel nome del nostro drone vuol essere un auspicio: ridurre fino a zero il numero degli incendi che divampano senza essere stati individuati e circoscritti per tempo.
Andrea Beggio, esperto di droni a propulsione solare