Sono bastati solo 60 anni per far passare la foresta da 1,4 a 0,5 ettari pro capite. In Italia e nei Paesi più sviluppati i boschi registrano un aumento, ma in Amazzonia le foreste tropicali sono in ginocchio. Si ha sempre più bisogno di alberi per salvare la Terra. Ampliamento e conservazione delle aree verdi sono priorità per contrastare la crisi del clima, ma non sufficienti.
Sappiamo che la natura è preziosa, ma continuiamo a distruggerla. Sono stati i ricercatori del Forestry and Forest Products Research Institute dell’Università di Tsukuba, in Giappone, a guidare lo studio. Hanno analizzato la variazione dell’estensione pro capite della foresta durante il tempo. La superficie globale ha avuto una diminuzione di 81,7 milioni di ettari (quasi tre volte l’Italia). Nello studio si legge:
Il modello spazio-temporale dei cambiamenti forestali supporta la teoria della transizione forestale, con perdite di foreste che si verificano principalmente nei Paesi a basso reddito dei Tropici e aumenti di foreste nei Paesi a più alto reddito lontani dai Tropici. I nostri risultati evidenziano la necessità di rafforzare il sostegno fornito ai Paesi a basso reddito, soprattutto nei Tropici, per contribuire a migliorare la loro capacità di minimizzare o porre fine alle perdite forestali. Per contrastare lo spostamento delle perdite forestali verso i Paesi a basso reddito dei Tropici, i Paesi a più alto reddito devono ridurre la loro dipendenza dalle importazioni di prodotti legati alle foreste tropicali.
L’Italia ha avuto un risultato positivo, in dieci anni le zone ricoperte di alberi sarebbero cresciute del 18%. L’aumento della popolazione mondiale, inoltre, ha portato un maggior sfruttamento delle foreste. L’ONU ha ribadito l’importanza delle foreste con traguardi che contrastano la deforestazione con incluse gestione boschi e tutela della biodiversità.