Elon Musk ha venduto circa 7 miliardi di dollari in azioni Tesla. Per sua stessa ammissione, ha preso la decisione di vendere ora per paura di doverlo fare successivamente – con condizioni molto più sfavorevoli -, nel caso in cui venga obbligato a concludere l’accordo di acquisizione di Twitter. Come si evince dai documenti presentati presso la SEC, le azioni sono state vendute tra il 5 e il 9 agosto.

Il processo per la causa intentatagli contro da Twitter inizierà ad ottobre e potrebbe concludersi molto rapidamente. Questione di cinque giorni. La giudice potrebbe non limitarsi ad imporre al miliardario il pagamento di una penale, ma potrebbe decidere di obbligarlo ad acquistare il 100% delle quote di Twitter, come aveva promesso tra aprile e maggio. L’operazione avrebbe un costo di 44 miliardi di dollari — e l’imprenditore, molto semplicemente, non ha tutta questa liquidità.

Se le cose andassero in questo modo, Musk sarebbe obbligato a vendere un gran numero di azioni di Tesla. Esiste il rischio che da qui ad ottobre il valore delle quote della sua azienda scenda ulteriormente, rendendo ancora più difficile il finanziamento dell’acquisizione di Twitter.

Lo stesso Elon Musk ha confermato di voler riacquistare le quote di Tesla appena vendute nel caso in cui non verrà obbligato ad acquistare il social network.

Sempre con lo scopo di avere liquidità a sufficienza per finanziare l’operazione, Elon Musk aveva già venduto altri 8 miliardi di dollari in azioni di Tesla ad aprile. All’epoca le azioni di Tesla valevano il 25% in più rispetto ad oggi. Il piano originale prevedeva che l’operazione sarebbe stata co-finanziata anche da diverse banche, oltre che da alcuni partner di Musk, tra cui il fondatore di Binance e Larry Ellison.