Anche Meta è costretta a fare spending review. E tra le voci di spesa sacrificate saltano anche i pagamenti corrisposti agli editori statunitensi. Facebook non compenserà più gli editori per i contenuti pubblicati nella sezione News Tab (inedita in Italia).
La maggior parte delle persone non si connette su Facebook per accedere alle notizie, per noi non aveva più senso sovrainvestire in un’aria che non è in linea con le proprità della nostra utenza
ha spiegato un portavoce di Meta.
Facebook, in media, spendeva 105 milioni di dollari all’anno. 20 milioni andavano al NY Times, altri 10 al Wall Street Journal e, infine, 3 milioni andavano alla CNN. Facebook aveva stretto gli accordi con gli editori nel 2019. All’epoca aveva assunto anche un piccolo team di giornalisti per curare la sezione dedicata alle notizie di Facebook.
Accordi simili erano stati stretti anche nel Regno Unito – con il The Guardian e l’Economist -, mentre in Australia, dopo un lungo braccio di ferro con il governo e gli editori, Facebook aveva stretto un accordo con la News Corp di Rupert Murdoch.
Per la prima volta nella sua storia, Meta ha comunicato un calo dei ricavi: durante il secondo trimestre del 2022 il colosso ha registrato ricavi per 28,8 miliardi di dollari, in leggera contrazione su base annua. Sono calati anche gli utili, fermi a 6,7 miliardi di dollari. Se il primo è un dato solo marginalmente sottotono – si tratta di un -1% su base annua -, il secondo annuncia una catastrofe: si tratta del 36% in meno rispetto ad un anno fa.