Google accetterà i metodi di pagamento di aziende terze sulle app scaricate attraverso il Play Store. È una delle misure contenuti nel Digital Markets Act, l’ambizioso regolamento dell’UE che ridefinisce le regole a cui devono sottostare le piattaforme digitali. Tuttavia, il DMA entrerà in vigore solamente tra due anni, a partire dal 2024, mentre sembra che Google, almeno sui pagamenti terzi, voglia giocare d’anticipo.
Lo ha annunciato la stessa azienda, con un comunicato pubblicato sul suo blog ufficiale. Google ha annunciato che presto avvierà un nuovo programma aperto gli sviluppatori, che saranno – finalmente – liberi di proporre metodi di pagamento alternativi rispetto a quello imposto da default dal Google Play Store.
Si inizia un passo alla volta: di certo sappiamo che questa possibilità, inizialmente, non verrà estesa a tutte le applicazioni, ma soltanto ad alcune specifiche categorie di esse. I grandi esclusi sono i videogiochi, che dovranno obbligatoriamente usare il metodo di pagamento di Google per le microtransazioni ed eventuali abbonamenti.
Ma per gli sviluppatori è una vittoria solamente a metà. Usando metodi di pagamento terzi, le aziende avranno sicuramente maggiore controllo sui dati degli utenti, ma saranno comunque obbligate a pagare le commissioni del Play Store, che si aggirano tra il 12% e il 27%.
Come notano gli esperti, dovendo sviluppare in alcuni casi da zero una piattaforma di pagamento alternativa, magari facendo affidamento su un partner finanziario, il paradosso è che questa soluzione potrebbe addirittura essere più onerosa per gli sviluppatori. Ovviamente questo Google lo sa molto bene.