Uno pochi casi effettivi in cui la “sollevazione popolare” ha deciso davvero il destino di un film è quello di Zack Snyder’s Justice League, versione ‘autoriale’ del film DC fortemente voluta dal regista originale della pellicola. Peccato che, a quanto pare, la campagna mediatica relativa sia stata, in modo significativo, spinta da account fake, dalla natura ancora da verificare.

Ma andiamo con ordine: ricordiamo che la produzione di Justice League è stata piuttosto tribolata, ed ha portato all’allontanamento del regista Zack Snyder dalla produzione e alla sua sostituzione con Joss Whedon. Il film, alla fine, è uscito nel 2017, molto diverso dall’idea iniziale. Ma, l’anno scorso, si è arrivati alla distribuzione della cosiddetta Snyder’s Cut, attraverso HBO Max, mentre in Italia il film è arrivato su Sky. Questa versione, in realtà, non corrisponde alla visione originale del regista, ma è stata comunque fortemente caldeggiata dallo stesso e Warner Bros. ha significativamente investito su di essa, con risultati più che soddisfacenti dal punto di vista del pubblico e della critica.

Molto probabilmente, senza l’incessante hashtag #releasethesnydercut questa versione non avrebbe visto la luce, ma un report esclusivo di Rolling Stone sta scoperchiando alcuni altarini, rivelando in primis che due indagini separate hanno appurato che almeno il 13% degli account che hanno partecipato alla campagna fan si sono rivelati fasulli, probabilmente creati appositamente per l’occasione. Con una sistematicità preoccupante e ben più evidente e impattante degli usuali 3-5% di account fake solitamente registrabili in questo tipo di ricerche.

Secondo gli analisti esperti che hanno studiato la situazione, le fluttuazioni dell’hashtag non sono apparse organiche e naturali, ma spinte e organizzate, come se qualcuno muovesse i fili non solo del movimento dei fan ma anche gestendo migliaia e migliaia di account fake. Secondo alcuni, lo stesso Snyder avrebbe messo lo zampino nell’operazione, come un machiavellico Lex Luthor egli stesso.
Si tratta, in questo caso, di semplici illazioni tutte da verificare, ma si tratta certamente di una vicenda che merita, da parte di Warner Bros., maggiore approfondimento.

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