Gli zombie non passano mai di moda, e a quanto pare fanno ancora parecchia paura, almeno a giudicare dalla reazione pubblica alla candid camera/esperimento sociale realizzata da Netflix, che ha piazzato in una trafficata via cittadina una teca con un esemplare di umano “infetto” dal T-Virus di Resident Evil, registrando la reazione dei passanti alla sua progressiva (e mostruosa) trasformazione.
Sull’onda del successo di uno dei videogiochi di survival horror più amati e venduti di tutti i tempi, la serie Resident Evil (in uscita il 14 luglio su Netflix) racconta una nuova storia su due linee temporali diverse.
Nella prima, le sorelle quattordicenni Jade e Billie Wesker si trasferiscono a New Raccoon City, una città di industrie e uffici a cui devono abituarsi loro malgrado, proprio nel pieno dell’adolescenza. Più passa il tempo, più si rendono conto che la città non è quello che sembra e che il padre potrebbe nascondere oscuri segreti. Segreti capaci di distruggere il mondo.
Nella seconda siamo catapultati nel futuro, una decina di anni dopo. Sulla Terra abitano ormai meno di quindici milioni di persone e oltre sei miliardi di mostri: persone e animali infettati dal virus T. Una Jade trentenne cerca di sopravvivere in questo nuovo mondo tormentata dai segreti del passato che riguardano la sorella, il padre e se stessa.
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