Una nuova ricerca dimostra in modo certo il legame che c’è tra aborto e ictus. Le esperienze di gravidanza per una donna possono essere indicatori di allarme per stati di salute futuri. Lo studio si è basato su dati relativi a 618.851 donne in otto studi separati in diversi Stati del mondo. Coloro che avevano un’età compresa tra 32 e 73 anni sono state poi seguite per 11 anni.
I risultati di tale studio hanno riportato che 9.265 donne hanno avuto almeno un ictus non mortale, mentre
4.003 lo hanno avuto fatale. In totale 91.569 donne hanno avuto un episodio di aborto spontaneo, mentre
le altre 24.873 un’esperienza di parto di un feto morto. Fra le donne incinte con aborto spontaneo c’era un rischio maggiore dell’11% di ictus non fatale.
Dall’altra avevano anche un rischio maggiore del 17% di ictus mortale rispetto a quelle senza aborto spontaneo. Inoltre, il rischio di ictus aumentava con ogni aborto spontaneo avuto, e così anche per il parto di feto morto. Tra le donne incinte con storie di parti morti il rischio di ictus non fatale era del 31%, mentre di ictus fatale maggiore del 7%.
Altra particolarità attestata dallo studio riguarda i vari sottotipi di ictus. I parti di feto morto sono collegati a ictus non fatale o emorragico. Dall’altra gli aborti spontanei sono associati a entrambi i sottotipi. La spiegazione potrebbe racchiudersi in problemi con le cellule endoteliali che controllano il rilassamento e la contrazione vascolare rilasciando enzimi per la coagulazione del sangue.
Lo studio ha preso in considerazione anche altri fattori di rischio per l’ictus. Per esempio fumo,
pressione alta, diabete, colesterolo alto e molti altri. I medici possono intervenire aggiustando questi fattori
di rischio, così isolando l’aumento del rischio legato al numero di aborti spontanei o parti di feto morto.