I fratelli Russo, dopo Cherry, tornano dietro la macchina da presa di un film con protagonista una loro vecchia conoscenza Marvel. Chris Evans vs Ryan Gosling, queste la premesse iniziali di The Gray Man. Teoricamente sarebbe stato facile per i Russo conquistare i fan Marvel, peccato che il fu Captain America indossa panni inediti e sorprendenti. Cominciamo con la nostra recensione di The Gray Man, un blockbuster a tutti gli effetti. Un action movie tecnicamente senza precedenti per la piattaforma streaming dalla grande N. Le promesse sono state mantenute.

The Gray Man, con il suo budget dichiarato di oltre 200 milioni di dollari, è il film Netflix più costoso della storia della piattaforma streaming. Speriamo che riesca a superare il record di visualizzazioni di Extraction, sempre pellicola firmata dai Russo, per poter rientrare delle spese sostenute. Ad ogni modo il budget investito nel reparto tecnico e non solo è visibilmente percepibile.

Il film segna il ritorno dei fratelli Russo alla regia. Prima di The Gray Man i due fratelli cresciuti tra le fila dei Marvel Studios avevano diretto nel 2021 il film Apple Cherry con protagonista Tom Holland. Attualmente i Russo si stanno dedicando ampiamente alla produzione cinematografica grazie alla loro casa di produzione AGBO, con la quale hanno in parte anche prodotto The Gray Man.
Un ritorno in grade stille quello dei Russo. Scontri all’ultimo colpo diretti egregiamente, effetti speciali immersivi e credibili e un cast d’eccezione che solo loro al momento potevano riunire. The Gray Man ha tutte le carte in regola per diventare il film più visto di Netflix. Azione, colpi di scena e emozioni non mancano.

L’antieroe è il vero protagonista di The Gray Man

Se conoscete i fratelli Russo sapete bene che hanno iniziato la loro carriera all’interno della Marvel con il secondo capitolo della trilogia di Captain America. Captain America The Winter Soldier è ancora oggi tra i film più amati dell’intero MCU, una pellicola di spionaggio ricca di azione e scontri diretti in maniera pulita e perfettamente comprensibile. I Russo con il loro primo film hanno segnato uno standard in casa Marvel e hanno ottenuto i consensi dei vertici della casa delle idee.

In Winter Soldier il protagonista è ovviamente Steve Rogers ma tanto spazio è dedicato all’antagonista non del tutto consapevole, Bucky Barnes. Il Soldato d’Inverno ha dimenticato il suo passato ed agisce in maniera brutale solo perchè vittima di torture e manipolazioni celebrali da parte dell’Hydra. Bucky è il personaggio grigio della storia.

In The Gray Man i Russo, facendo tesoro delle loro esperienze passate e adattando il romanzo omonimo di Mark Greaney, hanno scelto di rendere protagonista assoluto delle vicende Six (Ryan Gosling), un personaggio grigio fatto e finito. Six non è l’eroe senza macchia e senza paura, è stato imprigionato per un grave reato commesso in passato ma conserva ancora il senso della giustizia, sono i sentimenti a guidarlo e non l’impulso. Agisce sotto l’ala protettiva della CIA per scopi a lui non noti ma ha un suo codice morale che per nulla al mondo infrangerebbe, nemmeno quando queste sue regole autoimposte lo mettono in fuga.
Non conosciamo fin da subito il passato di Six, impariamo a conoscerlo grazie a piccoli ma significativi flashback del passato. Purtroppo, e mi spiace dirlo, non assistiamo nemmeno alla formazione di Six. Quando il personaggio appare in azione sullo schermo è già completamente formato.

Six, così viene chiamato, non è più il ragazzo che è stato imprigionato diversi anni fa. Ora è un membro del progetto Sierra, addestrato ed istruito per eliminare precisi obbiettivi senza lasciare tracce. Six vive nell’ombra, nella “zona grigia” come il film più volte sottolinea. Non ha più una vita privata, il lavoro a tempo indeterminato per la CIA è l’unica vita che conosce. Forse solo l’affetto che nutre verso la sua “nuova famiglia”, verso colui che gli ha donato una nuova vita è il sentimento che lo mantiene tremendamente umano, nonostante venga più volte chiamato robot.

Senza ombra di dubbio il personaggio di Ryan Gosling è quello maggiormente sviluppato, l’unico con un vero e proprio background. Non che il resto del cast non sia caratterizzato, sono tutti tratteggiati ma solo Six è pienamente definito. È quasi fin da subito facile empatizzare con Six, si percepisce che dietro il muro eretto per motivi professionali si cela una persona dal cuore puro, simpatica e fedele.

Ryan Gosling veste i panni dell’agente Six con disinvoltura, ha una forma fisica mai vista prima, per ammissione di Gosling stesso, ma non per questo viene a meno sotto il profilo della pura interpretazione. Cattura la telecamera ed è l’assoluto protagonista, nonostante il contendente sia Chris Evans.

Evans, per la seconda volta nel giro di pochi anni, vesti i panni del villain. Direi che gli stanno a pennello dopo tantissimi anni dentro la tuta a stelle e strisce. Come hanno dichiarato i registi del film, Chris Evans è in un momento della sua carriera in cui desidera prendere rischi, osare e scegliere ruoli mai presi prima. Lloyd Hansen è sicuramente un personaggio interessante, psicopatico e folle fin da subito, senza morale e senza perdono. Mai prima l’attore Marvel aveva interpretato un personaggio, che già dall’outfit e dai baffi appare bizzarro, così brutale e meschino. Lloyd è pronto a catturare Six a qualunque costo, lui uccide sempre i suoi obbiettivi. Non preoccupatevi, tra un pugno, qualche colpo di pistola e tra una bomba e l’altra non mancano battute perfette per smorzare la tensione. Anche in questo caso Marvel docet.

La rivalità tra Six e Lloyd accende il film. La chimica tra i due attori è visibile, il duo è pazzesco. Possiamo solo ringraziare i fratelli Russo per essere stati in grado di coinvolgere nello stesso film due attori così noti e popolari come Evans e Gosling.

Da sottolineare anche l’ottima presenza di Ana de Armas, personaggio femminile non stereotipato ma utile alla causa e ben gestito; al contrario invece di Regé-Jean Page, insipido e di scarso impatto.

Il perfetto mix tra The Winter Soldier e John Wick

The Gray Man è un film Marvel per adulti senza supereroi, solo i personaggi più oscuri possono essere reclutati tra le fila dei Gray Man.

I fan di Captain America The Winter Soldier identificheranno sicuramente le scene di lotta di The Gran Man, in pieno stile Russo. Le coreografie sono ben studiate ed estremamente credibili. Le battaglie sono immersive e mai ripetitive. Scontro dopo scontro le azioni sono sempre diverse, nuove e mai viste. The Gray Man è action movie puro fin da primi minuti. Azione, azione e ancora azione. Ben fatta però, cosa non scontata. Un film che non annoia mai, grazie anche al ritmo della narrazione frenetico e alla regia dinamica dei Russo. L’ultimo scontro, quello più atteso, arriva solo nei momenti finali ma merita di essere visionato.

Forse potremmo associare The Gray Man a John Wick per la maturità, la brutalità di diverse scene e il contenuto dell’opera. Per tutto il resto ricorda tanto il sequel di Captain America, complice sicuramente la presenza di Chris Evans.

Inside jokes, frasi ricche di significato e il potere del sonoro: tutte frecce all’arco di The Gray Man

Come vi accennavo in precedenza, tra uno scontro epico e l’altro non mancano battutine pronte a stemperare la tensione. Frequenti sono gli inde jokes ed i riferimenti metacinematografici.

Se conoscete i lavori passati e futuri degli attori coinvolti nel cast di The Gray Man non vi perderete nessun riferimento. Per citare solo un esempio ricordatevi che Ryan Gosling sarà Ken nel prossimo film dedicato a Barbie al fianco di Margot Robbie.

Durante l’intero arco della pellicola vi accorgete che vengono ripetute frequentemente almeno due frasi, apparentemente senza significato. In realtà soltanto oltre la metà del film vi accorgerete che nulla viene lasciato alla sorte in The Gray Man. Frasi apparentemente ironiche acquistano tutto un altro valore, una forza emotiva che prima non avevano. Effetto déjà vu inserito con il preciso scopo di emozionare, missione riuscita.

Sarà difficile non svelarvi nulla parlandovi del potere del sonoro in The Gray Man. Il reparto audio del film dei Russo ha fatto un eccellente lavoro, montaggio sonoro compreso. Solo chi ha visto il film può comprendere quanto l’uso della musica e dei forti rumori non di armi da fuoco siano importanti per la trama del film e per la storyline di Six. L’utilizzo di audio aggiuntivo rende la pellicola diversa e particolare rispetto a tanti altri film del genere, il tutto fornendo le giustificazioni di trama necessarie per non lasciare le cose al caso.

 

80
The Gray Man
Recensione di Chiara Giovannini

The Gray Man è un action movie senza precedenti in casa Netflix. La regia dei Russo si nota e il cast coinvolto è di grande livello. Un film perfetto per staccare la mente ma che sa anche far riflettere. Scontri mozzafiato diretti egregiamente. Adatto agli amanti dei film d'azione e non solo.

ME GUSTA
  • Action movie diretto dai registi di Captain America The Winter Soldier, quindi attendetevi scene d'azione ben realizzate
  • Ryan Gosling è il protagonista assoluto, in una forma smagliante
  • Chris Evans in un ruolo inedito
  • Il duo è pazzesco
  • Ottimo uso del sonoro
  • Tanti inside jokes e battute, tutto posizionato nei giusti momenti
FAIL
  • Manca l'addestramento di Six
  • Scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari