La notizia proviene da un team di scienziati della Western Sydney University. Gli studiosi hanno analizzato la musica in due tipi: gioiosa e triste. Tutto grazie alla storia della cultura musicale dominante caratterizzata da influenze globali. Di solito c’è una relazione tra progressioni e sentimenti positivi, dall’altra tra emozioni tristi con quelle minori. Tale relazione in sé considerata biologica, pare sia un completo mistero.
Se così fosse, la musica sarebbe un’esperienza universale. Tuttavia, però alcuni studi che riguardano
particolari comunità remote non esposte alla musica occidentale ha dato risultati contrastanti. I ricercatori
in questo ultimo studio hanno rilevato in Papua Nuova Guinea registrazioni musicali con cadenze in note
maggiori e minori.
È stato svolto un sondaggio su 170 adulti pagati per ascoltare musica di vario tono. Dovevano ascoltare due campioni musicali e poi dire se uno dei due li faceva sentire felici. La popolazione dà un’occasione unica per testare se la differenza di tonalità porta a un’esperienza emotiva condivisa.
I ricercatori hanno sperimentato lo stesso studio in Australia in una stanza insonorizzata con 79 volontari,
abituali ascoltatori di musica occidentale. I risultati hanno riportato risposte emotive sempre più vicine alla
musica occidentale rispetto a quella universale. Non sembra quindi dai dati riportati che la risposta di
felicità condivisa sia nascosta nella biologia umana.
Le particolari tradizioni musicali hanno un’associazione al linguaggio emotivo e ciò resta ancora da
spiegare. La cultura evolve, e anche la musica farà altrettanto. Forse con il tempo grazie alle sue evoluzioni ci darà una valida risposta.
- ‘Happy’ And ‘Sad’ Music Might Not Be Nearly as Universal as We Thought (sciencealert.com)