Proprio come la Russia, anche la Cina scalpita per aumentare la sua indipendenza tecnologica dai prodotti delle aziende americane. Sul fronte dei servizi – a partire dalle app – l’obiettivo è quasi riuscito, ma lo stesso non si può dire per i sistemi operativi.
Così è notizia di queste ore che il governo si starebbe muovendo per ridurre ulteriormente la sua dipendenza dai software occidentali. Nel mirino del partito comunista cinese c’è finito Windows, il sistema operativo di Microsoft.
La Cina – almeno per i computer dei suoi funzionari – vuole puntare tutto su Linux, in attesa di un’alternativa prodotta in casa. A riportarlo è il magazine The Register.
Il progetto è sopranominato OpenKlyn: l’obiettivo prevede la creazione di una nuova distribuzione di Linux interamente sviluppata in Cina. Per lo sviluppo del progetto, la Cina ha creato un consorzio a cui hanno aderito oltre 20 soggetti, tra aziende, istituzioni, non-profit e poli accademici.
Klyn non è una novità. A livello embrionale il progetto è stato lanciato quasi 20 anni fa, nel 2001. La Cina ora intende dare un accelerata allo sviluppo del suo sistema operativo: priorità allo sviluppo della piattaforma, poi si passa alla fase di ottimizzazione – con un occhio di riguardo ai chip più recenti – e, infine, al lavoro di aggiustamento e personalizzazione dell’interfaccia grafica.