Ora tutti parlano di Squid Game e del fenomeno che la serie coreana ha originato in tutto il mondo. Non dobbiamo però dimenticare che se Squid Game ha raggiunto la popolarità di oggi, diventando la serie Netflix più vista di sempre, parte del merito è da attribuire a La casa di carta. La serie spagnola più famosa di sempre è stato il primo vero fenomeno, non solo streaming ma anche sociale, di Netflix.
lo show Netflix può piacere o meno, è però innegabile il successo, l’impatto sulla cultura nerd e non solo che la serie ha avuto e continua ad avere. Analizzare l’influenza che La casa di carta ha avuto nella cultura pop e non solo non è affatto semplice, tantissime sono le circostanze e le ragioni che hanno portato la serie nell’Olimpo dello streaming. Dall’origine dello show alle possibili motivazioni del successo, fino ad arrivare alle ripercussioni sociali e produttive che la serie creata da Alex Pina ha generato, in occasione dell’uscita su Netflix di La casa di carta Corea, ecco il fenomeno La casa di carta.
Le origini della serie
La casa di carta è andata in onda per la prima volta, come molti sapranno, sul canale nazionale spagnolo Antenna 3 nell’ormai lontano 2017. La serie non riscosse successo sulla rete in chiaro spagnola e venne, poco dopo la fine della messa in onda, acquistata da Netflix per pochissimo.
L’acquisto da parte della piattaforma dalla grande N passò quasi in sordina. Tuttavia nel giro di pochi giorni gli utenti Netflix iniziarono a visionare i primi capitoli dello show e le visualizzazioni aumentarono subito grazie al passa parola vis a vis e a quello online, soprattutto grazie alla condivisione online di brani, scene e costumi della serie.
Da show snobbato dal popolo d’origine a serie televisiva più popolare di Netflix il passo è stato davvero breve.
Le ragioni del successo di La casa di carta
Analizzare nel dettaglio i motivi e le spiegazioni che si celano dietro il successo di La casa di carta è affascinante ed estremamente complesso, cedere alla ragioni più superficiali e scontate sarebbe facile.
Nel 2017 Netflix stava iniziando a spopolare tra i vari stati europei, in Italia la piattaforma è approdata solo nel 2015 perciò nel 2017 iniziava ad essere scaricata da un numero elevato di utenti. La casa di carta sbarcò su Netflix proprio alla fine del 2017, quasi nascosta tra i diversi prodotti mensili distribuiti e prodotti dalla piattaforma streaming.
Il successo fu pressoché immediato. La prima domanda che sorge spontanea porsi è la seguente: perché la serie non era stata apprezzata quando veniva trasmessa in chiaro? La motivazione è presto detta: originariamente La casa di carta, essendo trasmessa su Antenna 3, poteva essere vista solo dal pubblico spagnolo, ormai saturo e insoddisfatto dei prodotti a matrice locale. Grazie a Netflix la serie ha avuto l’opportunità di farsi conoscere dal pubblico internazionale, affezionato si ai prodotti spagnoli ma non stufo di visionarli.
La casa di carta è una serie rivolta ad un target davvero ampio, non specifico o settoriale. Lo show è perfettamente godibile dai giovani ragazzi fino ad arrivare ad un pubblico anziano. La serie è pensata e studiata per essere rivolta al popolo, senza generazioni di riferimento. Lo studio che si cela dietro il design e alle tematiche della serie rivela un’accurata volontà di indirizzare il prodotto verso più persone possibili.
La scelta dei costumi, delle canzoni e dei nomi dei personaggi non è affatto casuale.
Le divise rosse e la maschera di Dali sono ormai iconiche e immediatamente associate allo show. Facili da replicare a casa senza alcun dispendio oneroso di denaro, immediatamente reperibili sul mercato e comodamente indossabili, i costumi di La casa di carta hanno subito spopolato tra i fan della serie. Durante il periodo di massima diffusione e successo della serie Netflix era comune vedere alla fiere del fumetto, ai festival e per le strade di città metropolitane fan vestiti come i loro beniamini televisivi.
Vestire tutti i personaggi della serie con lo stesso costume serviva sia per creare il senso di comunità e fratellanza necessario per poter compiere una simile rapina, che per identificare il gruppo presso il pubblico. Direi che l’intendo è riuscito alla grande.
Il brano più celebre di La casa di carta è senza dubbio la canzone partigiana “Bella Ciao”, simbolo di resistenza e ribellione fatta propria dalla banda. Ironico che ad essere scelta come colonna sonora portate e simbolica della serie sia stata una canzone non spagnola ma italiana. Facile però è comprenderne i motivi: la canzone crea subito l’immaginario di fratellanza, alleanza e supporto reciproco di cui la banda ha necessariamente bisogno per affrontare le difficoltà della rapina. Ora “Bella Ciao” è conosciuta e cantata in tutto il mondo.
Meritano di essere analizzati i nomi scelti per i personaggi dello show. Inizialmente i nomi associati al cast erano notevolmente diversi: non nomi di città ma semplicemente dei soprannomi. Originariamente Tokyo (Úrsula Corberó) doveva chiamarsi semplicemente Silene, Rio (Miguel Herrán) El niño (il ragazzino), Berlino (Pedro Alonso) El Dandi, Denver (Jaime Lorente) El Liti e Mosca invece (Paco Tous) Augustín. Successivamente, invece, la scelta ricadde sugli iconici nomi di città che conosciamo tutti oggi: più orecchiabili, facili da ricordare e immediatamente associabili alla serie.
Grande merito per la popolarità dello show è da attribuire all’esplodere del bingewatching, la visione compulsiva di un episodio dopo l’altro. Prima di Netflix per poter visionare l’episodio successivo a quello appena terminato era necessario, quasi sempre, attendere una settimana. Con l’avvento della piattaforma dalla grade N il pubblico doveva solo aspettare qualche secondo per poter scoprire come si sarebbero evolute le vicende della serie. Un episodio dopo l’altro senza soluzione di continuità era la soluzione auspicata da anni dai fan delle serie tv. La casa di carta ha fatto tesoro di questo nuovo meccanismo di fruizione e grazie al suo ritmo incalzante e serrato gli utenti Netflix hanno divorato in pochissimi giorni i capitoli della serie tv. Chissà se ora che la fruizione settimanale sta tornando con prepotenza presso diverse piattaforme streaming La casa di carta avrebbe avuto la stessa fortuna.
L’esplosione di contenuti in lingua spagnola
Grazie all’enorme successo di La casa di carta Netflix, e non solo, ha iniziato a puntare su prodotti originali in lingua spagnola.
Ad affiancare la serie spagnola più popolare di sempre è arrivata Elite, serie mystery young adult che ripropone nel cast della prima stagione ben tre attori di La casa di carta. Elite sfruttò inizialmente la popolarità di Jaime Lorente e Miguel Herrán per farsi conoscere presso il grande pubblico, successivamente invece, è stata perfettamente in grado di reggersi sulle proprie gambe e conta attualmente ben 6 stagioni.
All’elenco di prodotti spagnoli disponibili su Netflix non possono mancare Vis a Vis, serie sempre creata da Alex Pina, Le ragazze del centralino e i più recenti successi come Toy Boy e Sky Rojo. Sono tutti show che hanno una forte impronta spagnola ma che vengono apprezzati e supportati in tutto il mondo.
L’impatto sociale e gli emulatori di La casa di carta
Se ricordate la serie per i momenti di euforia e svago che il prodotto vi ha lasciato siete tra coloro che hanno vissuto il meglio dello show, purtroppo una parte del pubblico di La casa di carta ha fatto letteralmente propri gli insediamenti della serie inscenando rapine in perfetto stile El professor.
Nel luglio del 2019 in Brasile una banda di emulatori di La casa di carta ha messo a segno una rapina da 30 milioni di dollari. A San Paolo, in Brasile, 8 finti poliziotti (con tanto di automobili contraffatte, divise da agenti, lasciapassare all’ingresso dell’aeroporto e l’arrivo nell’hangar e sequestro per 12 ore di un funzionario del posto e otto suoi familiari) si sono fatti consegnare il carico di 752 chili d’oro in partenza verso New York e Zurigo. Apparenterebbe sembrerebbe il nuovo remake della serie spagnola, invece è un fatto di cronaca reale. La banda ha fatto perdere subito le sue tracce e l’oro è ormai perso per sempre.
Ancora più recenti sono i casi italiani di Milano e Torino. Nel capoluogo piemontese lo scorso dicembre sono stati arrestati i tre responsabili di una maxi rapina avvenuta nel settembre scorso a Milano. I tre responsabili del colpo si facevano chiamare Il Professore, Helsinki e Tokyo e indossavano tute rosse e maschere di Salvador Dalí. Pensavano di averla fatta franca dopo l’irruzione in banca, il sequestro di ostaggi e la sottrazione di oltre 320mila euro, invece, nonostante le identità fittizie, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire ai responsabili.
Non tutti i colpi finiscono a lieto fine.
Gli spin-off e i remake di La casa di carta
Il successo di uno show si può misurare in quantità di spin-off, remake o sequel che lo stesso è in grado di generare. La serie originale di La casa di carta si è conclusa soltanto nel dicembre del 2021 e già a giugno 2022 è arrivato il primo remake.
La casa di carta Corea ripropone la medesima storia, gli stessi iconici nomi dei personaggi originali ma muta le ambientazioni: questa volta a fare da sfondo alla serie non è più Madrid ma la Corea. Forte del successo mondiale di Squid Game, la serie più vista della piattaforma streaming, Netflix non ha perso tempo: ecco un prodotto coreano che in tutto e per tutto ricorda la serie spagnola e aggiunge quel tocco di contemporaneità necessario per poter essere appetibile ai fan di Squid Game. Dobbiamo solo attendere la conclusione dello show per poter verificare se il successo è stato in grado di ripetersi.
Non solo remake ma anche spin-off, il sucesso di La casa di carta ha dato origine a diverse idee per sequel e prequel dedicati ai vari personaggi della banda di malviventi.
Nel 2023 arriverà il primo spin-off di La casa di carta: Berlino, serie prequel dedicata al personaggio di Pedro Alonso, forse il più amato della serie spagnola. Non è un caso che gli sceneggiatori della serie abbiano scelto di inserire nelle stagioni 3, 4 e 5 continui flashback incentrati sulla sua vita.
Al momento attuale sappiamo che la serie sarà, per forza di cose, ambientata prima della vicende raccontate in La casa di carta e debutterà su Netflix nel 2023. Molto probabili, ma non certi, sono le apparizioni nello show di Rafael, interpretato da Patrick Criado, il figlio di Berlino e Tatiana (Diana Gomez), ultima moglie di Berlino. Non ci resta che attendere l’inizio delle riprese per poter scoprire qualcosa di più sulla serie.
In conclusione La casa di carta, amata o odiata, è un vero e proprio fenomeno sociale che come abbiamo avuto modo di vedere trascende la cultura pop. Riuscirà Netflix, dopo Squid Game, a creare un altro successo simile?