L’Xbox & Bethesda Showcase di quest’anno si è rivelato particolarmente denso e fitto di annunci e sebbene siano mancate le vere bombe, uno dei momenti più caldi della serata ha visto Todd Howard salire sul palco di Xbox per presentare con dovizia di particolari Starfield.
Il nuovo kolossal sci-fi di Bethesda in arrivo su PC e console Xbox ad inizio 2023 è tornato finalmente a mostrarsi con un primo corposo video di gameplay che ci ha permesso scoprire diversi nuovi dettagli sul gioco. Come spesso accade, però, le notizie più sostanziose sono quelle che arrivano a distanza di qualche giorno a seguito degli incontri con la stampa.
L’emergere di alcune informazioni inedite rappresenta dunque per noi l’occasione perfetta per fare il punto su tutto quello che sappiamo su Starfield, il titolo più ambizioso mai creato dal team di Bethesda.
A riveder le stelle
L’idea alla base di Starfield nasce dal desiderio di fornire al giocatore tutti gli strumenti per vivere un’epopea spaziale in maniera totalmente libera ed immersiva. Todd Howard non ne ha mai fatto un mistero ed ha sempre ribadito la volontà di voler creare un gioco di ruolo senza precedenti e che potesse dare l’impressione al giocatore di vivere realmente quelle avventure e non di star semplicemente giocando. Con un’intera gamma di possibilità ed interi sistemi solari a disposizione dei giocatori, Starfield appare come un RPG colossale in grado superare di netto per caratteristiche ed ambizioni quanto fatto con le precedenti produzioni. Ma partiamo dall’inizio.
La storia di Starfield è ambientata nel 2330, in una porzione della via Lattea che si estende per una distanza di circa cinquanta anni luce dalle frange più esterne del Sistema Solare. Purtroppo, l’universo siderale, per quanto affascinante, non è esente da confitti. La grande Guerra tra Colonie che ha colpito l’area 20 anni prima si è conclusa con una pace che sembra essere piuttosto precaria e le insidie che si celano all’interno del Sistema Colonizzato sono innumerevoli ed includono tanto mercenari e pirati spaziali, quanto frange violente ed estremisti religiosi. Non sono stati ancora svelati molti dettagli sul contesto narrativo del gioco, ma è molto probabile che queste diverse fazioni svolgeranno un ruolo importante ai fini dello sviluppo della storia. Ciò che sappiamo è che ci troveremo a vestire i panni di un membro della Costellazione, un’organizzazione di esploratori spaziali determinata a svelare i segreti della galassia.
Il primo video di gameplay ci ha permesso di dare uno sguardo al dettagliato editor di creazione del personaggio, che sembrerebbe esser ispirato al reale studio dei frammenti del DNA e che ci permetterà di scegliere le fattezze del nostro esploratore e di personalizzarlo in ogni aspetto: sesso, stazza, carnagione, volto, background e cosa più interessante tratti caratteriali. Non a caso Starfield è stato descritto da Bethesda come un gioco con l’editor di personaggi più potente e vario di sempre, tra le tante produzioni del publisher.
L’alto livello di personalizzazione, però, non riguarderà soltanto il nostro PG, ma anche la creazione navetta spaziale di cui ci serviremo per spostarci tra i vari pianeti.
Anche qui sarà possibile intervenire su una miriade di elementi, dall’estetica fino ad arrivare alle prestazioni, un dato da non sottovalutare visto e considerato che potremo far decollare la nostra astronave per viaggiare tra le stelle. Si perché il gioco include anche la possibilità navigare liberamente nello spazio, combattere con altre navi spaziali e persino rubarle, offrendo così al giocatore un’esperienza esplorativa interstellare completa sotto ogni punto di vista.
Stando a quanto riferito dal team, Starfield presenterà anche un sistema di combattimento spaziale unico, in parte ispirato da FTL e da MechWarrior, per quanto concerne le meccaniche della ridistribuzione della potenza nei diversi sistemi di armi ed il ritmo degli scontri. Da quel che abbiamo potuto vedere nel video di gameplay, i combattimenti spaziali restituiscono un ottimo feeling sul piano visivo, mettendo in mostra anche un particolare sistema di danni che rende i colpi subiti molto realistici con i detriti delle astronavi nemiche che schizzano via perdendosi nelle profondità dello spazio.
Per quanto concerne l’esplorazione,invece, Starfield presenterà più di 1000 pianeti tutti diversi su cui potremo far rotta. Una cifra importante che porta con sé anche una buona dose di perplessità. Todd Howard ha già confermato che ovviamente tutti questi pianeti verranno creati attraverso la generazione procedurale ma che includeranno al loro interno una buona parte di elementi creati artigianalmente: rimane da vedere però come saranno distribuiti ed in che modo e se effettivamente riusciranno a dare l’impressione che ogni pianeta risulti adeguatamente ricco e ben caratterizzato.
C’è poi da dire che Starfield avrà anche quattro città principali esplorabili liberamente, tra cui anche New Atlantis: la capitale delle Colonie Unite, che oltre a essere la città più grande mai vista in un gioco Bethesda (Skyrim e Fallout 4 compresi) permetterà ai giocatori di accedere a numerosi servizi, accettare missioni e potenziare la propria astronave.
Tra combattimenti ed esplorazione
La prima parte della presentazione del nuovo progetto di Bethesda ci ha offerto anche un primo assaggio del sistema di combattimento. Il gunplay non sembra ereditare nessuna delle particolarità del sistema di puntamento V.A.T.S di Fallout, scegliendo di optare così per un impianto più classico: il filmato mostra delle sparatorie in tempo reale, con la barra vita e gli HP degli avversari in vista ad ogni colpo subito. Al momento sembra però mancare un po’ la risposta fisica ai colpi da parte dei nemici, che appaiono inermi al fuoco mentre la loro barra della vita viene rapidamente svuotata dai colpi. Un elemento che, insieme all’assenza di un reticolo di mira, enfatizza la sensazione che i combattimenti debbano andare incontro ad un processo di rifinitura.
Un altro aspetto molto interessante da citare è la presenza di un indicatore delle munizioni per le armi completamente sganciato dall’HUD. Tutte le armi di Starfield, ogni pistola, fucile o mitragliatrice impugnata dal protagonista, infatti, presenta un indicatore delle munizioni. Una caratteristica che Bethesda ha mutuato da Arkane e dal lavoro svolto sul reboot di Prey. Per esempio, un fucile laser mostrerà semplicemente un indicatore che mostra una stima approssimativa dell’energia e della carica residua, mentre una pistola presenterà un indicatore dei proiettili disponibili sul retro così come il fucile a doppia canna. Ciò significa che gli utenti che preferiranno adottare un’interfaccia minimalista non avranno dunque alcun bisogno di scaricare mod aggiuntive per incrementare il coinvolgimento.
Infine, non mancherà anche un sistema di crafting, diviso in diverse sezioni: farmaci, cibo e bevande, sviluppo dell’avamposto, equipaggiamento e armi. I giocatori potranno realizzare modifiche per le loro armi, ma anche condurre dei piani di ricerca per svelare nuove tecnologie da utilizzare a proprio vantaggio. Ci saranno quindi dei banchi da lavoro, così come la possibilità di crearsi una base alla maniera di Fallout 4, sperando che il team abbia approfondito questa meccanica rendendola più sensata rispetto a quanto fatto nel quarto capitolo della saga post-apocalittica.
Dopo essersi finalmente mostrato con un sostanzioso video di gameplay, Starfield sembra già promettere delle memorabili avventure spaziali. La portata del lavoro svolto da Bethesda è a dir poco colossale: ci sono interi sistemi planetari da esplorare, combattimenti spaziali, crafting, alberi delle abilità, meccaniche di personalizzazione dei personaggi e delle astronavi. Ci sarà la possibilità di costruire e gestire una base e tanto altro ancora. Insomma, di tratta davvero di un’esperienza che supera in dimensioni e ambizioni qualsiasi altro titolo sviluppato dal team.
Per chi ama da sempre le produzioni Bethesda, focalizzate sull’esplorazione e gli elementi ruolistici, Starfield è un sogno ad occhi aperti.
A fare però da contraltare a così tanto splendore, ci sono una serie di elementi che non convincono ancora del tutto. Bisognerà in effetti capire come tutte questi sistemi verranno integrati tra loro e se il team riuscirà a ottimizzare e a rifinire completamente un’avventura di queste dimensioni in tempo per il lancio, evitando di incappare nella presenza di bug limitanti per l’esperienza. Ovviamente manca ancora un po’ dall’uscita, ma le dichiarazioni di Todd Howard sono quelle che fanno ben sperare: il director ha infatti sottolineato che l’esigenza primaria del team è quello di consegnare ai giocatori la migliore versione possibile di Starfield ed è proprio per questo motivo che la software house ha scelto di prendersi del tempo aggiuntivo per perfezionare l’esperienza. Una promessa che può sembrar ad oggi complessa da mantenere se si pensa alla portata del progetto, ma a cui sentiamo di voler credere. Del resto, per far sì che i grandi sogni si avverino, bisogna provare a crederci.
Starfield sarà disponibile ad inizio 2023 su Xbox Series X/S, PC e al lancio su Xbox Game Pass.
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