Google ha inviato una email a tutti i dipendenti, annunciando che supporterà economicamente chiunque sia costretto a spostarsi in un altro Stato per interrompere una gravidanza.

L’email arriva a pochi giorni da una storica e controversa sentenza della Corte Suprema, che accogliendo un’istanza presentata dal governo del Mississippi ha annullato la sentenza Roe v. Wade, che aveva introdotto a livello costituzionale il diritto all’aborto.

Tradotto: il diritto all’aborto non è più riconosciuto a livello federale. Saranno i singoli stati a decidere come regolamentare le interruzioni di gravidanza. Alcuni stati estremamente conservatori si stanno già muovendo per rendere la pratica illegale, spostando le lancette del tempo indietro di 50 anni. La maggior parte degli Stati americani – governati da repubblicani moderati o dai progressisti – continueranno a garantire il diritto all’aborto.

“È un cambiamento profondo – scrive la manager Fiona Cicconi – che avrà un impatto su molti di noi, specie le donne che lavorando per Google. Chiunque potrà fare domanda di trasferimento in un’altra sede, senza bisogno di giustificazioni”.

Google ha oltre 30 sedi negli Stati Uniti. L’azienda non ha specificato quante richieste di trasferimento sarà in grado di approvare ogni anno.

Nelle stesse ore, Amazon e Google hanno annunciato a loro volta l’intenzione di supportare economicamente le dipendenti che saranno costrette a muoversi in uno stato diverso da quello di residenza per sottoporsi alla procedura di interruzione di gravidanza.