Il Libro dei Racconti Perduti, la recensione: il ritorno di J.R.R.Tolkien

Oggi con la recensione de Il libro dei Racconti Perduti, per la nostra rubrica Nerd Book Club, racconteremo il nuovo libro di J.R.R Tolkien che rappresenta il primo dei dodici volumi della Storia della Terra di Mezzo.

Il libro dei Racconti Perduti (parte prima) è il titolo del primo volume che comporrà l’epopea più grande degli scritti di Tolkien: la famosa History of Middle Earth. Uscito nelle librerie italiane il 18 maggio del 2022, edito da Bompiani (casa editrice ormai storica che segue Tolkien in ogni sua pubblicazione) conta di ben 384 pagine sarà la storia che tutti aspettavano da anni, già pubblicata una decina di anni fa, ma finalmente rieditata e rivista in ogni sua parte.

Preparati ad ascoltare cose che tra gli uomini mai sono state udite prima, e di cui gli Elfi parlano di rado

Finalmente è arrivato sugli scaffali delle librerie “Il Libro dei Racconti Perduti” ovvero il primo volume de “La storia della Terra di Mezzo” di J.R.R. Tolkien. Il team di consulenti editoriali dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha revisionato i primi due volumi, mentre il terzo è stato tradotto da Luca Manini. Si tratta di un’operazione unica in quanto l’Italia, con questo accordo, sarà la prima nazione ad avere per intero la traduzione di questa epopea così cara a tutti i tolkieniani, unica se consideriamo che in passato Spagna e Germania iniziarono a tradurre i volumi fermandosi ai primissimi testi.

Vi si trovano, in forma germinale e perciò allusiva, i grandi temi narrativi della cosmologia tolkieniana: gli Ainur, i grandi dèi che si innamorano del mondo da loro creato e vi si rifugiano, edificando dimore leggendarie; la lotta mai conclusa contro Melko, il dio enigmatico e maligno; l’avvento nel mondo degli Elfi, creature di Ilúvatar. Nella magica Casetta del Gioco Perduto proprio gli Elfi inscenano dinanzi agli occhi di Eriol, il marinaio assetato di avventura e di antiche conoscenze, queste storie del mondo che precedono il risveglio del genere umano. Iniziati quando J.R.R. Tolkien aveva attorno ai venticinque anni, i Racconti sono accompagnati, come il resto dei volumi che compongono La storia della Terra di Mezzo, dal commento e dalle note di Christopher, che offrono chiavi di lettura e l’ideale raccordo con gli altri libri del ciclo tolkieniano.

E così, dopo gli annunci, è iniziato con il primo volume il nuovo, attesissimo viaggio della pubblicazione integrale in italiano dei dodici volumi della History of Middle-earth. I tolkieniani diversamente giovani, o i collezionisti doc che ricercano le vecchie edizioni da affiancare alle nuove pubblicazioni, ricorderanno bene che nel 1986 iniziò il viaggio con Racconti Ritrovati e Racconti Incompiuti per poi fermarsi solo dopo due miseri volumi. Certo, i primi due volumi avevano continuato ad essere ristampati, ma degli altri dieci si erano perse le tracce nei Tumolilande della Terra di Mezzo senza che ne giungesse più notizia, se si esclude la mai confermata leggenda, del “veto” di Christopher Tolkien maturato dopo la proposta di una traduzione italiana del terzo volume giudicata non all’altezza dell’uscita.

Da allora il mondo è cambiato, Peter Jackson ha fatto conoscere l’epopea vincendo tredici oscar con Il Signore degli Anelli, è stata realizzata una seconda saga su Lo Hobbit e Amazon ha acquistato i diritti per realizzare la serie Tv più onerosa di sempre piazzando Tolkien in un posto centrale nel mondo della letteratura fantastica. Inoltre, negli ultimi anni, grazie all’opera di numerosissimi studiosi, lo stesso professore di Oxford ha iniziato finalmente ad essere riconosciuto come un Classico della letteratura del Novecento distaccandosi un po’ dall’idea malsana che “il fantasy è roba per bambini”. Questa premessa era importante per far capire che le condizioni mature per riprendere il viaggio perduto nel 1987 c’erano tutte quante e questo è ciò che è accaduto con l’uscita in libreria del primo volume di quella che ora possiamo finalmente chiamare “La Storia della Terra di Mezzo”.

Ma come abbiamo scritto precedentemente i primi due volumi furono già tradotti quindi quale relazione c’è tra quel che uscì allora e quel che esce adesso?

La prima cosa che salta agli occhi, naturalmente, è il ripristino del titolo originale. Finalmente The Book of Lost Tales Part One è diventato Il Libro dei Racconti Perduti, Prima Parte, e se siamo tutti d’accordo che un libro non si giudica dalla copertina già il punto di partenza è buono perché va a riprendere il vero titolo: insomma un buonissimo inizio. Ma chiaramente le differenze non solo soltanto nel titolo. Bompiani difatti avendo deciso di avviare una pubblicazione integrale dei dodici volumi della “Storia”, ha preso due decisioni importanti: affidare la cura redazionale dell’intera serie a un gruppo di esperti e verificare che i primi due volumi fossero all’altezza di un’operazione “filologica” destinata a un mondo e a un pubblico che si aspettano oggi molto di più (dato il clamore intorno a Tolkien) che trentasei anni fa.

Per il primo punto Bompiani ha deciso di proseguire la duratura e fruttuosa collaborazione con l’AIST, affidando la cura redazionale a un team composto da membri dell’Associazione, nelle persone di Roberto Arduini, Giampaolo Canzonieri, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi. Quanto al secondo, il primo grande impegno del team è stato proprio quello di effettuare una revisione completa e accurata del testo del 1986, con lo scopo di preservarne i pregi e correggerne tutti gli eventuali difetti. La traduzione originaria di Cinzia Pieruccini è stata dunque rivista e confrontata letteralmente parola per parola con l’originaledi Tolkien, individuando gli interventi da effettuare per farla “elevare”, ove necessario, al livello di quel che non è un semplice libro di narrativa, ma qualcosa che sta in mezzo tra la narrativa e l’accademia.

Il risultato di questo lavoro, ha portato a quella che Bompiani stessa ha definito una “Edizione riveduta e ampliata

Oltre ai normali interventi tipici delle revisioni – refusi, piccoli errori, “imprecisioni tolkieniane” e simili – sono infatti emerse anche delle necessità più significative, come l’aggiunta di parti mancanti o la necessità di sostituire parti esistenti con nuove parte significative. Questo ha richiesto la traduzione ex novo di alcune porzioni, incarico che Bompiani ha affidato a Luca Manini, impegnato in contemporenae nella traduzione del terzo volume della “Storia”, I Lai del Beleriand, in uscita a ottobre. Proprio per questo con la recensione de I Racconti Perduti (parte prima) vorremmo consigliare a tutti quei lettori che vorranno scoprire cosa c’è dietro alla Terra di Mezzo, un libro per gli appassionati, e per coloro che si vogliono avvicinare a tutta la mitologia tolkieniana, imprenscindibile.

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 Ricordiamo che nel 2022 le uscite de “La storia della Terra di Mezzo” saranno ben tre, a maggio la prima parte dei Racconti Perduti, a settembre la seconda parte e a ottobre il terzo volume chiamato I Lai del Beleriand, dopodichè ogni anno ci saranno due uscite.

85
Il Libro dei Racconti Perduti (Parte Prima)
Recensione di Alessio Vissani

Per tutti coloro che vorranno scoprire cosa c'è dietro alla Terra di Mezzo, il primo libro dei Racconti Perduti è il viaggio giusto. Si inizierà a scoprire con la saga de "La Storia della Terra di Mezzo" il grande disegno di Tolkien intorno ai suoi personaggi più famosi ed eventi più importanti, non si tratta solo di narrativa, ma di letteratura ed epopea. Scoprirete con questo primo libro la nascita di Valinor, approfondirete la musica degli Ainur, la creazioni degli alberi della Luce (tutte situazioni propedeutiche anche per l'imminente serie Tv Amazon in arrivo). Un libro per gli appassionati, e per coloro che si vogliono avvicinare a tutta la mitologia tolkieniana imprenscindibile.

ME GUSTA
  • Una nuova edizione rieditata in ogni suo punto
  • La possibilità di avere in Italia tutta "La Storia della Terra di Mezzo" tradotta
  • Edizioni ben curate anche nella grafica con l'inserimento di disegni all'interno dei volumi
  • Linguaggio rivisto e molto coerente con l'inglese di Tolkien
FAIL
  • Una lettura non per tutti, si deve essere già conoscitori dell'epopea tolkieniana
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