Ostracizzata dalle sanzioni e dalle barriere alzate dai marketplace di Apple e Google, alla fine la Russia si è creato il suo app store ufficiale. Consentirà agli sviluppatori russi di vendere le loro applicazioni e accettare pagamenti in-app, cosa che oggi è loro preclusa sia sull’App Store che sul Play Store.
Il nuovo store si chiama RuStore ed è stato creato dalla stessa azienda che ha fondato VK, il social network più utilizzato in Russia — spesso viene soprannominato ‘il Facebook russo’, ma in realtà è più corretto paragonarlo alle super app, un unico portale che offre servizi che in occidente vengono offerti da più app diverse.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la Russia è stata esclusa dai pagamenti SWIFT. Google e Apple sono stati costretti ad interrompere ogni forma di monetizzazione: ad esempio possono distribuire solo le app gratuite, ma non quelle a pagamento. Non solo, sul Play Store russo le app a pagamento non possono nemmeno rilasciare aggiornamenti. Recentemente la filiale russa di Google ha dichiarato bancarotta.
VK fa parte di Gazprom Media, che a sua volta fa parte del gruppo a cui appartiene l’omonimo colosso del settore energetico-minerario.
Da anni la Russia lavora ad una sorta di autarchia digitale, sia attraverso un crescente controllo sui prodotti e servizi delle aziende estere, sia attraverso la promozione delle app sviluppate dalle aziende locali. La Russia progetta da diversi anni RuNet, un piano per disconnettersi dalla rete internet globale, in modo simile a quanto fatto dalla Cina. Il conflitto in Ucraina ha accelerato tutte queste iniziative, con il rischio di un ulteriore ‘balcanizzazione del web’.
“La creazione di un app store russo era un compito essenziale, imposto dalle attuali condizioni del mercato”, ha commentato Maksut Shadaev, ministro delle telecomunicazioni del Cremlino.